Sposo e santo
Federico Ozanam: cultura e carità al servizio del Vangelo
di Alfredo Cretella
Fervente cattolico dell’Ottocento, profondo conoscitore ed attivista nei campi della cultura, della politica e dell’organizzazione sociale del suo tempo. Il ritratto di Federico Ozanam.
Antonio Federico Ozanam ebbe il gran merito di mischiarsi nel mondo, gettarsi in esso a capofitto, con il preciso intento di cambiarlo, o meglio di rinnovarlo, col profumo del Vangelo di cui era inebriato. Non fu un caso, dunque, che il giornale che egli fondò, Ere Nouvelle, insieme ad altre eminenti personalità del tempo, quali il padre Lacordaire e l’abate Maret, fu poi indicato quale pietra miliare della stampa cattolica del IX secolo, ed addirittura il primo organo della democrazia cristiana.
Ozanam, secondo di tre fratelli (di cui uno diventerà sacerdote) nacque a Milano il 23 aprile 1813, dove la famiglia, di origini francesi, risiedeva a cagione del fatto che il padre era ufficiale medico napoleonico. Dopo Waterloo, la sua famiglia fece ritorno a Lione, loro città originaria. In quella cittadina Federico compì gli studi ordinari nel Collegio Reale ed all’età di 28 anni si trasferì a Parigi, iscrivendosi alla Sorbona per frequentare i corsi, prima di diritto e poi di lettere. Proprio in quegli anni si introdusse nei più ben frequentati ambienti cattolici e letterari conoscendo personaggi del calibro di Chateaubriand, Lacordaire, Montalembert, Saint-Beuve, Lamartine, Lamennais, rimanendo ospite in casa dello scienziato e uomo di fede André-Marie Ampère, uno dei grandi esploratori dell’elettrodinamica moderna.
Il periodo universitario
L’esperienza universitaria e la buona compagnia che ivi coltivò costituirono anche lo stimolo per avviare i primi passi nella grandiosa opera sociale che avrebbe fondato. In tali termini parla, in una lettera del 1932, dei suoi compagni di studi: «Ho trovato qui dei giovani maturi, forti nei pensieri, di sentimenti generosi, che consacrano la loro riflessione e le loro ricerche a questa alta missione, che è anche la nostra. Ogni volta che un professore razionalista alza la voce contro la Verità rivelata, delle voci cattoliche si alzano per rispondere.
Noi siamo molti ed uniti per questo scopo».
Il 23 aprile 1833 costituì un piccolo gruppo con altri colleghi della Sorbona per dar vita alla prima “Conferenza di carità”. Ozanam ebbe in tal modo la prima grande intuizione: infatti, quasi come risposta a coloro che affermavano che la Chiesa cattolica era ormai superata e non aveva più nulla da dire agli uomini moderni si impegnò, con altri giovani, a mettere in pratica gli inviti evangelici della visita e dell’accompagnamento dei poveri.
Da tale prima e felice ispirazione giovanile nacque, poco tempo dopo, la Società San Vincenzo De Paoli, che lui definì istituzione «cattolica, ma laica; povera, ma carica di poveri da sollevare; umile, ma numerosa», che ebbe fin da subito, uno sviluppo rapidissimo in Francia e all’estero.
L’uomo di pensiero e il padre
Lo studente Ozanam non fu solo uomo di braccia, ma anzitutto di pensiero e di preghiera. In quegli stessi anni cominciò a collaborare con varie testate giornalistiche e riviste, affrontando temi religiosi e sociali, senza sottrarsi anche all’apostolato catechetico, come quando collaborò, con gran successo, alla riuscita della grande predicazione quaresimale a Notre Dame dell’abate Lacordaire.
Completato il ciclo di studi in legge e letteratura, il giovane avvocato fece ritorno a Lione, dove gli venne offerto l’insegnamento alla cattedra di Diritto commerciale presso la locale Università.
Tuttavia, Dio per lui vuole altro: nel 1840 riceve la nomina, alla Sorbona di Parigi, di professore di Letterature straniere e l’anno successivo, all’età di 27 anni, sposa Amelia Soulacroix, dalla quale ha una figlia, Maria. La nascita della figlia rappresenta per il brillante professore la gioia più grande, che così descrive all’amico Theophile Foisset in una lettera del 7 agosto 1845: «Dopo tanti favori che fissavano la mia vocazione in questo mondo, un nuovo beneficio è venuto a farmi provare la più grande gioia che probabilmente si possa provare quaggiù: io sono padre! …Ah! Quale momento è stato quello in cui udii il primo grido della mia figlia, in cui ho veduto questa piccola, ma immortale creatura, che Dio affidava alle mie mani, che mi portava tante dolcezze e insieme tanti obblighi! Con quale impazienza ho veduto arrivare l’ora del battesimo! … Cominceremo la sua educazione di buon’ora, mentre essa comincerà la nostra. Mi accorgo che il cielo ce l’ha mandata per insegnarci molte cose e per renderci migliori. Non posso pensare a quest’anima immortale di cui dovrò rendere conto, senza che io mi senta più penetrato dei miei doveri…Poteva Dio scegliere un mezzo più amabile per istruirmi, per correggermi e mettermi sulla via del cielo?».
Nel 1848, grazie alla fondazione del famoso giornale Ere Nouvelle, Ozanam ha modo di esplicitare e diffondere le sue idee in difesa degli operai e del proletariato urbano. La Chiesa sposerà più tardi le sue idee: il suo pensiero rappresentò l’humus su cui prese forma la famosa enciclica “Rerum Novarum”, che Leone XIII fece pubblicare nel 1891.
Gli ultimi anni
La vita di questo grande intellettuale e uomo di fede proseguì per i vicoli e le autostrade della storia, senza requie. Nel cruciale anno 1848, a seguito dei violenti tumulti che vi furono in Francia, Ozanam fece parte della Guardia Nazionale ed accettò a Lione la candidatura politica per la Costituente Nazionale, ma non fu eletto.
Nel frattempo non si stancò mai di animare e dar vigore alla più bella creatura spirituale, cui aveva dato vita: la Società di San Vincenzo De Paoli, visitandone spesso le Conferenze, sia in Francia che all’estero.
Morì a Marsiglia l’8 settembre 1853, a soli 40 anni, in ritorno da un viaggio, fatto in Italia, dove aveva invano cercato sollievo ai suoi mali. La sua salute, infatti, era divenuta molto precaria negli ultimi anni. Egli non solo accettò la malattia, col motto: «Voglio quello che Tu vuoi, voglio come Tu vuoi, voglio per il tempo che vuoi, voglio perché Tu vuoi», ma fece anche in maniera tale che la stessa non gli impedisse di portare a termine i suoi incontri più importanti con i poveri, con la famiglia e con i suoi studenti.
Federico Ozanam viene proclamato beato a Parigi, il 22 agosto 1997, da Papa Giovanni Paolo II, in occasione della XII Giornata mondiale della Gioventù. Durante la proclamazione, il futuro santo lo additò alle migliaia di giovani convenuti come “un modello ancora attuale dei giovani cristiani laici”. E tale è sicuramente, più che mai, ancora oggi.
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