“Quel che nel seno vi sta”

di Gianni Mussini

Autori, scrittori, poeti che hanno inneggiatoalla bellezza e alla dignità di ogni vita umana: La Pentecoste di Alessandro Manzoni

Del Manzoni poeta non si ricorda molto.La fortuna dei Promessi sposi ha avuto l’effetto di mettere in ombra il resto. Inoltre, quella santa mania di scrivere per il popolo portava il nostro poeta a scrivere versi meno ornati e difficili di certi suoi contemporanei, anche se spesso più profondi e vicini (persino nel ritmo) alla verità del cuore umano.

Prendiamo gli Inni sacri. Nella Pentecoste Manzoni ci presenta dapprima la Chiesa frastornata dalla scomparsa del Salvatore, in una penombra di incertezza che smarrisce persino gli Apostoli. Ecco però che giunge quel «sacro dì» in cui benefico precipita sul mondo lo Spirito Santo, a rinnovellare ogni cosa.

Ma chi in particolare è sensibile alla libertà (la «nova franchigia») donata dallo Spirito? Con la finezza con cui sempre indaga l’animo femminile (Lucia, Gertrude, Ermengarda), Manzoni pensa alle donne in attesa, i cui bambini nasceranno in un mondo redento: «E voi che aprite i giorni / Di più felice età, / Spose che desta il subito /  Balzar del pondo ascoso; / Voi già vicine a sciogliere / Il grembo doloroso; / Alla bugiarda pronuba /  Non sollevate il canto: / Cresce serbato al Santo / Quel che nel sen vi sta». Versi chiari come il sole (la bugiarda pronuba era Giunone Lucina, protettrice dei parti nel paganesimo). Il poeta pensa però anche ad altre mamme: le schiave rassegnate allo strazio di nutrire con il loro seno i propri figli insieme a quelli delle donne libere. Eppure anche per loro c’è vera libertà, perché il Signore «A tutti i figli d’Eva / Nel suo dolor pensò». Grandi versi da cui potrebbe iniziare una vera educazione bioetica; ma forse di più: un’educazione alla democrazia.

 




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