Depressione Sempre più connessi, sempre più depressi Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 4 Settembre 2015 1 commento su Sempre più connessi, sempre più depressi di Tonino Cantelmi Una ragazzina di 15 anni si accorge dello sconforto del padre. L’uomo sta per impiccarsi e anzi lo fa. La ragazza irrompe nella stanza e, gridando aiuto, lo sorregge per le gambe, impedendogli di soffocare. L’uomo si salverà. È accaduto pochi mesi fa. In Italia. La ragazzina che sorregge il padre impiccato è l’icona di questo tempo. Adulti fragili e adolescenti che gridano aiuto. Immagine drammatica? Forse. Le statistiche ci diranno se in questi fatali anni della recessione, i suicidi per cause economiche sono aumentati oppure no. In realtà, il rapporto tra la crisi e i suicidi è un tema delicato. E forse strumentalizzato. Troppa enfasi: il suicidio è un comportamento che suscita imitazione e i media dovrebbero trattarlo in modo diverso. La dittatura dell’audience e la vorace e perversa morbosità del pubblico spettacolarizzano ed enfatizzano storie che vanno raccontate in modo più riflettuto. E qualcuno ne sta approfittando per incrementare l’ira sociale, magari individuando ad hoc mostri in Equitalia o in qualche altra istituzione. Ma questo sembra essere un prezzo inevitabile dei tempi postmoderni che stiamo vivendo. È necessario perciò fare alcune riflessioni. Cosa c’è dietro il suicidio di imprenditori falliti o quasi o di lavoratori privati di risorse e lavoro? Molti pensano alla crisi. Ma cosa c’è tra la crisi e il suicidio? Qual è l’intermediario che genera un comportamento auto-soppressivo? Tra la crisi e i suicidi c’è la sofferenza di una persona, il senso di impotenza, la perdita della speranza, l’incapacità o l’impossibilità di chiedere aiuto, in altre parole la depressione. Non c’è dubbio che eventi negativi, legati alla perdita del lavoro o al fallimento economico, possano indurre depressione. E in fondo l’OMS ci ha avvertito: nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità e di decesso nel mondo e porterà con sé un carico spaventoso di conseguenze. La crisi non sta facendo altro che accelerare qualcosa che sta già avvenendo: l’umanità è più depressa. Forse perché la postmodernità tecno liquida ci immerge in connessioni continue, ma ci fa sempre più soli? Forse perché l’eccesso di individualismo, sostenuto da un narcisismo auto referenziato senza pari, sta facendo saltare la solidarietà e la vicinanza fra le persone? Forse perché una competizione esasperata non può che accentuare le debolezze individuali? Forse perché una eccessiva velocità rende tutto troppo superficiale? Ecco, siamo chiamati ad una riflessione attenta, che può essere riassunta così: che società stiamo decostruendo e ricostruendo in tempo di crisi? Una proposta: forse dovremmo riscoprire l’armonico ritmo dei più deboli, come autentico fondamento di una società nuova. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag crisi, Depressione, genitori, suicidio ANNUNCIO 1 risposta su “Sempre più connessi, sempre più depressi” Nel mio lavoro sono continuamente a contatto con persone schiacciati da una società troppo indifferente e incapace di fermarsi in un vorticoso buco nero dove tutto e niente fanno da padroni,eppure basterebbe poco per ritornare ad essere persone capaci di misericordia verso se stessi e verso gli altri.Parole che potrebbero avere senso se ci fermassimo per un attimo spegnessimo la televisione e i cellulari .buona giornata a tutti voi. Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. 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Nel mio lavoro sono continuamente a contatto con persone schiacciati da una società troppo indifferente e incapace di fermarsi in un vorticoso buco nero dove tutto e niente fanno da padroni,eppure basterebbe poco per ritornare ad essere persone capaci di misericordia verso se stessi e verso gli altri.Parole che potrebbero avere senso se ci fermassimo per un attimo spegnessimo la televisione e i cellulari .buona giornata a tutti voi.