Malattia

Noi piccoli contro un male troppo grande, poi il miracolo…

Marco e Luigia

di Martina Nacchio

Quando la malattia mette alla prova le famiglie: come vivere e superare la sofferenza alla luce della fede? La storia di Marco e Luigia.

Luigia, Marco e due bambini: una bellissima foto di famiglia. Lui maresciallo dell’aeronautica, lei ha una galleria d’arte. Conducono una vita frenetica, lontana da Dio, a dispetto delle loro famiglie d’origine, molto impegnate nella loro comunità. «Non c’era tempo per il Signore. Raramente prendevamo parte all’eucarestia. Non sapevo cosa volesse dire comunicare con Dio, vivere con Lui» racconta Luigia. Poi un giorno tutto cambia.

Al ritorno delle vacanze estive Marco decide di fare dei controlli a seguito di diversi problemi riscontrati all’anca. L’esito è drammatico. La diagnosi rivela un sarcoma all’osso iliaco. Le speranze di guarigione sono quasi pari a zero.

«Il male era troppo grande per essere operato. Troppo esteso, troppo avanzato. E noi troppo piccoli per poterlo combattere». I medici che diagnosticano il tumore consigliano alla famiglia un ricovero in un ospedale specializzato. Luigia e Marco decidono di andare a Brescia. Lì la gravità della situazione non viene sottovalutata. «Non vi resta che pregare» ci dissero. «Ma io non pregai, o forse sì: per la prima volta mi rivolsi a Dio come ad un interlocutore. Con rabbia lo colpevolizzai per quanto stava succedendo a mio marito, per quello che stava accadendo alla mia famiglia. E Dio mi rispose».

Luigia ricorda quel giorno come il primo momento di grazia. Tornata dalla cappella in cui era andata ad urlare il proprio dolore, torna da suo marito che incalza con domande sul suo stato di salute. Luigia non risponde, apre la Bibbia. La vicenda di Davide e Golia dalle labbra di Luigia si trasferisce nel loro cuore, la narrazione biblica si incrocia con la loro storia, il coraggio di Davide diviene quello di Marco, la sconfitta di Golia si tramuta nella loro speranza. Il male poteva essere sconfitto, nessun gigante sarebbe stato tanto imponente da schiacciarli se avessero avuto Dio a combattere a loro fianco.

Marco fa il primo dei cinque cicli di chemioterapia previsti e il risultato è miracoloso. La massa tumorale si è ridotta visibilmente, un risultato che medici non sanno spiegarsi. «Avevo chiesto un segno al Signore, solo un ultimo segno. Mi bastò osservare lo sbigottimento degli specialisti per capire che non avrei mai più dovuto dubitare».

Dopo 8 mesi tornano a casa, dai loro bambini. Marco è guarito e la sua guarigione è un miracolo, Luigia lo crede fermamente. Ad aspettarli una nuova vita, tutta da reinventare, non senza difficoltà, ma vissuta alla luce della fede nel Signore. Oggi conducono un’esistenza imprescindibilmente legata a Dio. In Lui hanno riscoperto il senso della vita, della morte, della famiglia, della genitorialità. Ministri straordinari dell’eucarestia, guide per i nubendi che si preparano a celebrare il matrimonio, membri del consiglio pastorale della loro parrocchia, Luigia e Marco donano alla comunità tutto il loro tempo. Insieme. «Una vita con Dio è una vita affascinante» mi dice Luigia mentre ci asciughiamo le lacrime per la commozione. Nel suo racconto il senso autentico della famiglia. Quella che unita nella luce di Dio trova sempre la forza per combattere qualsiasi ostacolo.




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6 risposte su “Noi piccoli contro un male troppo grande, poi il miracolo…”

ANCHE IO SONO STATO MIRACOLATO IL 09-01-2014,
PERCIO’ CAPISCO PERFETTAMENTE COME SI SONO SENTITI MARCO E LUIGIA…….

GRAZIE DIO

Evidentemente il SIGNORE fa due pesi e due misure.
Noi eravamo due ferventi credenti. Poi mia moglie si ammalo’ e dopo una serie di chemioterapia devastante fa l’intervento seguite da radioterapia e altri 6 anni e dico 6 anni di chemioterapia.Mia moglie se ne andata lasciandomi con due ragazzi di cui uno di appena 10 anni. Ora io capisco che il SIGNORE mi ha messo alla prova ma mio figlio che colpa ha e come spiegare che il SIGNORE se l’ha portata via privandolo della mamma nel momento più delicato della sua vita.Ho una rabbia dentro e non mi spiego perché così tanta diversita’. Chi non crede riceve la grazia e invece credenti che vengono messi alla prova di cose che non riesco a spiegarmi. Comunque sono felice per l’amico che è guarito e spero tu abbia una vita di gioia.

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