Vita nella Chiesa Sposi cristiani: non solo collaboratori parrocchiali Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 30 Maggio 2015 Nessun commento su Sposi cristiani: non solo collaboratori parrocchiali di don Renzo Bonetti* Il legame tra Chiesa e famiglia è molto vario: per molte famiglie coincide col rapporto con la propria parrocchia o sacerdote per poter poi relazionarsi col Signore, per altre famiglie la Chiesa eroga servizi, anche importanti come i sacramenti, perdendo però di vista quel Gesù vivo e presente. La famiglia non si può salvare da sola: ha bisogno del Salvatore; ha bisogno della Sua Parola per scoprire e capire la sua identità; ha bisogno della Chiesa per legare i suoi membri a Gesù attraverso i Sacramenti; ha bisogno della Chiesa per consacrare l’amore degli sposi e porli nel dinamismo d’amore Gesù-Chiesa. La famiglia quindi non può essere Chiesa “da sola”, staccata, disarticolata dalla comunità-Chiesa grande. Senza fede la famiglia non può capire la sua vera identità, quel Gesù che ha legato la sua presenza stabile in essa per continuare, con essa, la sua presenza nella Chiesa e nel mondo. Premesso questo, quando si parla della missione della famiglia cristiana nella Chiesa, ci si ferma al confronto con altre famiglie non cristiane, al dover testimoniare l’amore di Gesù, al vivere la fecondità o all’educare alla fede i figli. E qui la fede fa la differenza. La coppia vive il suo essere immagine e somiglianza Trinitaria con un costante collegamento alla sorgente dell’amore, facendosi coinvolgere da Gesù nel Suo grande amore per la Chiesa, puntando ad amarsi e ad amare come Cristo ama, di quello stesso amore. La fecondità non è solo fertilità ma, più completamente, capacità di generare figli di Dio. Fecondità è educare, accompagnare, contribuire alla crescita, nella fede e nell’intelletto e nei comportamenti ogni persona. I figli sono dono di Dio, voluti da Lui e a Lui destinati a tornare. La fede fa la differenza in qualità, grazia, speranza e dedizione. In Familiaris Consortio al n. 49 è citato il compito ecclesiale della famiglia, cioè il suo dovere di edificare il Regno di Dio con la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. Così diventa soggetto della missione di salvezza della Chiesa grazie al sacramento del matrimonio e oltre ad essere “salvata” dall’amore ricevuto da Cristo è anche “salvante”, perché trasmette agli altri quello stesso amore. Al n.50, Familiaris Consortio prosegue affermando che la famiglia partecipa a questa missione salvante in modo proprio e originale, in quanto intima comunità di vita e di amore; la famiglia come una Chiesa in miniatura, a suo modo viva immagine e storica ripresentazione del mistero stesso della Chiesa. L’amore tra uomo e donna, in questo modo, opera una metamorfosi uscendo dall’aspetto naturale e umano per andare verso altezze e bellezze divine (come la pianta, che orienta la sua chioma verso la luce per raggiungere il suo massimo splendore). Con il sacramento del matrimonio la famiglia acquisisce un ruolo ben definito all’interno della Chiesa, divenendone suo membro vitale, vivendo dentro essa per farla diventare “sposa di Gesù”. Al giorno d’oggi si pensa che gli sposi all’interno della Chiesa debbano solo collaborare in parrocchia, prestandosi nei vari servizi richiesti. In realtà, ci sono elementi essenziali dell’essere Chiesa, che anche la coppia può testimoniare e vivere; essa, d’altra parte, ha elementi del suo vivere quotidiano talmente permeati dallo Spirito Santo da diventare principi attivi di vita. In questo modo la Chiesa diventa sempre più se stessa. Dio, infatti, non ha inventato il sacramento del matrimonio solo per unire gli sposi ma perché potesse essere utile alla vita della Chiesa. Che cosa possono dare di specifico gli sposi cristiani alla Chiesa? Nella famiglia lo sposo vive la presenza della sposa sempre, anche quando manca e su questo si fonda la loro vita a due. Nella famiglia cristiana, la famiglia in quanto sposa, deve coltivare il senso della presenza dello sposo che diventa fondamento del suo essere Chiesa domestica. La coppia è chiamata a vivere con la presenza di Gesù sposo e proprio questo aspetto la famiglia può dare alla Chiesa. Gesù è presente stabilmente con gli sposi. Per usare le parole di Giovanni Paolo II nella Lettera alle Famiglie: «lo Sposo è con loro». É Gesù vivo e presente che benedice gli sposi; che dona lo Spirito Santo, è Lui il cuore della famiglia, Chiesa domestica. Un altro aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è il suo volto di Sposa. Gli sposi vivono la sponsalità sia reciprocamente l’uno verso l’altra, sia insieme verso il loro Sposo Gesù. Vivere la sponsalità vuol dire cercare di piacere sempre al coniuge, voler renderlo felice, fargli sentire la gioia dello stare insieme. Quindi, quale volto di Sposa deve assumere la Chiesa per il suo Sposo? La Chiesa Sposa vive solo per lo Sposo, riconosce i doni che Lui continuamente le offre, è attenta alle Sue Parole, desidera godere della Sua Presenza nell’Eucaristia, sempre loda e benedice lo Sposo, non riesce a fare a meno di dire a tutti la Sua bellezza e bontà. Un altro aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è l’unità. Nelle nozze si evidenzia come la distinzione sia fatta per l’unità e non per la divisione. È l’unità trinitaria, di cui gli Sposi sono resi partecipi nel Sacramento, che dona significato alla distinzione. Nell’esperienza umana non c’è unione più alta di quella espressa da due coniugi. L’unità degli sposi è annuncio e segno dell’unità piena, che solo in Dio è presente. L’unione coniugale è consacrata dallo Spirito Santo per attualizzare l’amore di Gesù per la Chiesa Sposa; è un’unità che ha come scopo quella di costruire unità nella Chiesa. L’unità è segno ma anche dono specifico che gli sposi sono chiamati a dare nella Chiesa e nella società. L’unità e l’indissolubilità degli sposi non è, pertanto, un fardello da portare in nome della conservazione e sopravvivenza (o ancor peggio della tradizione), bensì stile e fonte per la Sposa di Cristo. *Don Renzo Bonetti, è stato direttore dell’Ufficio nazionale di pastorale familiare della CEI dal 1995 al 2002, è oggi presidente della Fondazione Famiglia Dono Grande, avendo voluto dedicare tutto il suo tempo al progetto Mistero Grande. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Chiesa, Missione, Sposi cristiani ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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