Maternità surrogata

Quando la donna è solo un’incubatrice

Si è svolta ieri la presentazione della prossima Conferenza internazionale “Donne verso l’agenda di sviluppo”. Al centro del dibattito le preoccupazioni e i pesi che gravano sulle donne. Senza dimenticare la nuova “atroce schiavitù” dell’utero in affitto.

Donna, lavoratrice, madre. Tante le preoccupazioni e i pesi che gravano sulle donne di oggi. Questo l’argomento di dibattito della conferenza stampa, che si è svolta ieri mattina in sala stampa vaticana, per la presentazione della Conferenza internazionale “Donne verso l’agenda di sviluppo”. È intervenuta Olimpia Tarzia, presidente della World Women’s Alliance for Life and Family (Wwalf), affermando: «Come si può realizzare un’effettiva pari opportunità se non si tiene conto che la donna è spesso contemporaneamente lavoratrice, madre e, visto l’allungamento dell’età, anche figlia e che, a qualunque latitudine, i compiti di cura sono per lo più affidati a lei?».

«Come si può pensare – ha spiegato la presidente – di dare maggiore potere alle donne senza fare alcun riferimento alla tutela sociale della maternità, all’armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di vita familiare, al diritto di essere libere di accogliere la vita, alle politiche fiscali familiari?».

Per la relatrice, nel contesto della prossima sfida mondiale della lotta alla povertà, non è possibile non identificare la pratica dell’utero in affitto come una “atroce schiavitù”, che riduce «la donna a una mera incubatrice e dove vengono calpestati, oltre che i suoi, anche i diritti dei più piccoli ed indifesi: i bambini».




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