Legalità

In 200.000 a Bologna per Libera

“C’è una Chiesa che invita a guardare il Cielo senza distrarsi dalle responsabilità di questa terra” così don Ciotti nel suo discorso dal palco di Bologna al corteo aperto dai familiari delle vittime innocenti delle mafie e del terrorismo.

In nome della legalità e della giustizia, si è svolta sabato a Bologna la XX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso pubblico. Il corteo di 200.000 persone – aperto dai familiari dei morti innocenti – ha sfilato per le strade del capoluogo emiliano. I passi dei partecipanti sono stati ritmati dalla lettura dei nomi delle vittime delle mafie e del terrorismo. Quest’anno la marcia ha avuto un respiro internazionale, grazie alla partecipazione di una delegazione di Libera Francia. Un’adesione che avrà eco anche a Bordeaux, Parigi e Bruxelles, città dove gli studenti hanno programmato diverse attività di approfondimento sull’antimafia, da cineforum a convegni e tavole rotonde per rimarcare “la portata internazionale del fenomeno mafioso” e la “necessità di una memoria collettiva per combatterlo”.

Atteso, come ogni anno, il discorso del fondatore e presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che dal palco di Bologna ha rivolto un plauso a Papa Francesco: «C’è una Chiesa che invita a guardare il Cielo senza distrarsi dalle responsabilità di questa terra». Il Pontefice aveva affidato alla Madonna, pochi momenti prima e dal Santuario di Pompei, il pensiero di tutte le vittime della violenza, delle mafie, del terrorismo e della guerra.

Don Ciotti ha chiesto con forza una lotta senza quartiere alla corruzione: «Niente negoziati sulla corruzione, non ne abbiamo bisogno», tuonando contro i segreti di Stato perché «il prezzo della ragione di Stato non può essere il bisogno di verità e di giustizia». Un appello quello del sacerdote a fare chiarezza sul presunto negoziato tra Stato e mafia degli anni novanta. Un intervento che non guarda solo al passato, ma anche alle questioni di oggi più spinose: «Certe leggi non riescono a passare, ma quella sulla responsabilità civile dei magistrati è passata subito». «Su corruzione, falso in bilancio, prescrizione – ha aggiunto – ci sono belle proposte, ma troppi stanno nicchiando» avanzando «indebiti riguardi ed eccessi di prudenza che suscitano molto sospetto». «L’impressione – ha denunciato – è di assistere a una nuova trattativa, ma chi non vuole una legge radicale contro la corruzione fa un favore ai mafiosi». Don Ciotti ha poi concluso con un affondo diretto: «A chi si preoccupa di cacciare gli immigrati dal nostro Paese dico che dobbiamo preoccuparci di cacciare i mafiosi e i corrotti».

La redazione




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