14 Novembre 2024

Il silenzio è lo stile del discepolo

«Ti ringrazio per avermi ascoltato». Molti dei messaggi che ricevo terminano così, a riprova del fatto che confidarsi è conversare con se stessi prima che con un altro. Questa capacità di ascoltare presuppone che ci sia una relazione di fiducia reciproca e di accoglienza generosa. Oggi questa attitudine è minacciata proprio dalla mancanza di silenzio «relazionale». Quel silenzio che si traduce nella capacità interiore di trovare la propria voce separandola da quella del mondo ma nello stesso tempo riconoscendo che la voce dell’altro e di un Altro è generativa di vita.

C’è silenzio e silenzio. L’assenza di parole non coincide spesso con il silenzio inteso, come capacità di ascoltarsi e ascoltare. Spesso quello è mutismo. Il silenzio è una parola, chiara e limpida, il mutismo è assenza di parole. Scrive Eugenio Borgna, noto psichiatra e saggista: «La solitudine si distingue dall’isolamento come il silenzio si distingue dal mutismo. Nel mutismo si diviene monadi dalle porte e dalle finestre chiuse, non si ha nulla da dire, non si hanno parole, e nemmeno emozioni, da comunicare agli altri, e non se ne ha il desiderio». Il silenzio invece è grembo fecondo dove le parole sono generate, fioriscono, per essere poi donate. C’è un mutismo culturale drammatico sulla vita nascente, sull’educazione dei figli, sull’unità degli sposi.

Dobbiamo chiedere di essere guariti da questa forma di falso silenzio. Nel Vangelo di Matteo, Gesù con il sordomuto di Sidone compie dei gesti bellissimi. Lo prende in disparte. Lontano dalla folla. Gli pone le dita negli orecchi. Con la saliva gli tocca la lingua. Emette un sospiro. Guarda il Cielo e gli disse Apriti. Il silenzio è un’esperienza di apertura, di dilatazione, di risurrezione. I gesti che Gesù compie sono liturgici nel senso che sono guidati dallo Spirito, sono segni di salvezza. Gesù insegna che il vero silenzio non è il vuoto solipsismo. Non è una tecnica new age. Non è andare fisicamente in un luogo deserto. Il silenzio è lo stile del discepolo. Di colui che fa esperienza di un amore che lo avvolge e lo coinvolge.

La vera e profonda esperienza di questo silenzio il cristiano la vive davanti a Gesù Eucaristia. Nell’adorazione, in ginocchio davanti all’Amato, il Prediletto nel quale Dio ha posto tutta la sua compiacenza, anche noi siamo chiamati a diventare gli amati. Davanti a Lui recuperiamo l’innocenza delle origini, ritroviamo la luce nell’oscurità, possiamo sentire il tepore di una casa in cui sentirci al sicuro. Davanti a Gesù ci sentiamo scelti nella nostra unicità. E una gioia senza precedenti traspare sul nostro volto, accende i nostri pensieri, muove le nostre azioni. L’adorazione è l’esperienza più bella e più profonda del silenzio che genera vita.

Anche quando l’Amore mette in crisi i nostri pensieri, i nostri modi di vivere così legati a questo mondo, quello sguardo ci dona la capacità di cambiare rotta, fare scelte coraggiose, arrivare ad amare fino al martirio. Sono momenti preziosi quelli passati davanti a Gesù. Se non siamo troppo concentrati su di noi, possiamo lasciare che Lui parli, che sussurri parole che consolano, parole che spingono alla missione. Quante scelte ho compiuto stando in ginocchio davanti a quel roveto ardente, quanti amici ho affidato al buon Dio, quanto coraggio ho ricevuto nelle prove, quanto amor proprio ho lasciato ai suoi piedi. Non abbiamo solo bisogno di chi ci ascolti. Abbiamo bisogno di educarci ad ascoltare quelle parole che hanno il sapore della vita che non si consuma.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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