Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Il commento
“… e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo” (17,16). Tutti ricevono la guarigione ma uno solo decide di tornare. Il gesto della prostrazione e il verbo [eucharistéin] sono una chiara manifestazione della fede. La gratitudine nasce dalla fede e fortifica la fede. Non è un dettaglio ma un passaggio importante nel cammino di conversione. Siamo chiamati a custodire e alimentare una quotidiana e costante gratitudine nei confronti di Dio e di tutte quelle persone che, nel suo Nome, ci hanno fatto del bene e ci hanno aiutato a crescere nella fede. Questo atteggiamento allontana due tentazioni molto diffuse: la lamentazione e l’orgoglio. Sono questi i due aspetti che oggi voglio sottolineare.
La nostra preghiera troppo spesso assume la forma della lamentazione per tutto quello che non abbiamo ricevuto; o si presenta come supplica per tutto quello che desideriamo avere. La preghiera di lode è meno frequente. Dobbiamo imparare a dire più spesso grazie e riconoscere che tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo è dono di Dio. Dobbiamo imparare a ringraziare anche per le piccole cose perché a volte proprio negli eventi apparentemente insignificanti, Dio manifesta la sua bontà. La preghiera di lode è un’espressione autentica e matura della fede. La gratitudine impedisce o contiene l’istinto dell’orgoglio. Abbiamo infatti la tentazione di mettere in primo piano ciò che noi abbiamo fatto per gli altri. Nella comunità ecclesiale vi sono persone che esaltano a tal punto quello che loro hanno fatto o pensano di aver fatto, da dimenticare il bene ricevuto. Chi ragiona così, non si mette più dinanzi a Dio con l’umiltà di chi è stato risanato, guarito e fortificato. Accade più spesso di quello che possiamo immaginare. Basta veramente poco per passare dall’umile gratitudine all’orgogliosa pretesa. Con tutta umiltà oggi rendiamo grazie per tutto il bene ricevuto e riconosciamo che, anche il bene compiuto, è il frutto maturo di quello che altri hanno seminato in noi.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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