31 Ottobre 2024

Se questi sono genitori…

La maternità surrogata o utero in affitto – chiamatelo come volete questo atto deprecabile –  raggiunge picchi di follia inimmaginabili. Marty e Melinda Rangers, una coppia statunitense, poco più che 40enni e facoltosi, si trasferiscono ai Caraibi. Raggiunto il loro status di vita ideale, pensano che sia arrivato anche il momento di avere figli. Poiché evidentemente non arrivano naturalmente, decidono di ricorrere ad un’agenzia della California che si occupa di utero in affitto. Hai i soldi? E dunque puoi realizzare tutti i desideri.

Parte la macchina di produzione. Si sceglie una giovane donna. Si paga in totale circa 100mila dollari: 30mila all’agenzia, 65mila alla madre surrogata, 5mila in spese legali. Si firma un contratto di circa 40 pagine. Si impianta un embrione nell’utero della giovane. Il contratto vieta l’uso di droga e alcol durante la gravidanza, così come sono proibiti viaggi all’estero. I voli interni sono possibili solo con un’autorizzazione del medico. La madre surrogata non può lasciare lo stato nell’ultimo trimestre di gestazione e non può avere un nuovo partner sessuale senza approvazione dei committenti del bambino.

Fino a che navigando sul profilo Instagram della giovane madre, i committenti la scoprono in un video a bere uno shot di tequila. Tanto basta per ordinare a quella giovane di abortire alla ventesima settimana di gestazione.  La ragazza non ha fatto opposizione: ha abortito e ha ricevuto un indennizzo. I signori Rangers si sono rivolti quindi ad un’altra agenzia, con regole ancora più rigide.

L’iter è ripartito ma la madre surrogata ha contratto il COVID-19 durante il sesto mese di gravidanza, dopo aver rifiutato di sottoporsi al vaccino. Nonostante queste difficoltà, la giovane donna ha portato a termine la gravidanza e ha dato alla luce una bambina attraverso un parto cesareo ma i Rangers l’hanno rifiutata. E non si sono fermati. Con lo stesso metodo, due anni dopo, hanno avuto un bambino. Le spese, tra le due gravidanze, hanno raggiunto i 300mila dollari.

Parafrasando Primo Levi non ci resta che dire: se questi sono genitori… Ordinano un figlio e pretendono di eliminarlo nell’ipotesi di un difetto dell’iter di costruzione.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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