Sacramenti

Papa Francesco: come fare perché la Cresima non doventi “l’estrema unzione”?

Foto: Pixabay

Papa Francesco all’udienza si chiede “come fare perché il Sacramento della Cresima non si riduca, in pratica, a una estrema unzione, cioè al sacramento della ‘dipartita’ dalla Chiesa. Si dice che è il ‘sacramento dell’addio’, perché una volta che i giovani la fanno se ne vanno, e torneranno poi per il matrimonio. Dobbiamo far sì che sia il sacramento dell’inizio di una partecipazione attiva alla vita della Chiesa”.

Nell’udienza di mercoledì 30 ottobre il Santo Padre Francesco ha parlato dell’azione dello Spirito Santo mediante i Sacramenti. Si è concentrato, in modo particolare, su quello che è, “per antonomasia, il Sacramento dello Spirito Santo, la Cresima”.

Specifica Francesco che “Nel Nuovo Testamento, oltre il battesimo con l’acqua, si trova menzionato un altro rito, quello della imposizione delle mani, che ha lo scopo di comunicare visibilmente e in modo carismatico lo Spirito Santo, con effetti analoghi a quelli prodotti sugli Apostoli a Pentecoste”. È proprio negli Atti degli Apostoli che si trovano episodi significativi a questo riguardo. Il papa racconta, ad esempio, di quando da Gerusalemme inviarono presso la Samaria Pietro e Giovanni, che pregarono per delle persone che volevano seguire il vangelo “perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo» (8,14-17)”.

Anche san Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi d conferma di questa prassi nelle prime comunità cristiane: “È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (1,21-22).

Con il passare del tempo, nota Francesco “Il rito dell’unzione si configurò come Sacramento a sé stante, assumendo forme e contenuti diversi nelle varie epoche e nei diversi riti della Chiesa”. Oggi, per la Chiesa, come si legge ne Catechismo “La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste”.

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Eppure, il papa si interroga su come fare “perché il Sacramento della Cresima non si riduca, in pratica, a una estrema unzione”, cioè al sacramento della ‘dipartita’ dalla Chiesa. Si dice che è il “sacramento dell’addio”, perché “una volta che i giovani la fanno se ne vanno, e torneranno poi per il matrimonio. Così dice la gente. Ma dobbiamo far sì che sia il sacramento dell’inizio di una partecipazione attiva alla vita della Chiesa. È un traguardo che ci può sembrare impossibile vista la situazione in atto un po’ in tutta la Chiesa, ma non per questo dobbiamo smettere di perseguirlo”.

Per Francesco, “Può servire, a questo scopo, farsi aiutare, nella preparazione al Sacramento, da fedeli laici che hanno avuto un incontro personale con Cristo e hanno fatto una vera esperienza dello Spirito. Alcune persone dicono di averla vissuta come uno sbocciare in loro del Sacramento della Cresima ricevuto da ragazzi”.

Un traguardo per l’anno giubilare? Per il Santo Padre “rimuovere la cenere dell’abitudine e del disimpegno, diventare, come i tedofori alle Olimpiadi, portatori della fiamma dello Spirito. Che lo Spirito ci aiuti a muovere qualche passo in questa direzione!”




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