Nove anni fa, in una piazza san Pietro illuminata dal sole di autunno, Papa Francesco proclamava Luigi e Zelia Martin santi, la prima coppia di sposi del nostro tempo giunta agli onori degli altari. Io con mio marito e mio figlio eravamo lì proprio sul sagrato della Basilica di san Pietro a Roma, insieme a tanti amici e fratelli della Fraternità di Emmaus. Un dono immenso. La sera precedente avevamo avuto la grazia di poter animare e coordinare la veglia di preparazione alla canonizzazione presso la Basilica di Santa Teresa d’Avila. Toccanti erano state le testimonianze delle famiglie che avevano ricevuto i miracoli per la beatificazione e poi per la canonizzazione.
Tra tutte, un ricordo speciale nel mio cuore è per la piccola Carmen, nata il 15 ottobre del 2008 e colpita appena due giorni dopo da un’emorragia celebrale di quarto grado, e successivamente da una pericolosa setticemia. I genitori cominciano una ricerca affannosa su internet per trovare un luogo dove poter pregare per la vita della loro bambina e chiedere la grazia della guarigione. Il papà decide una sera di raggiungere il Monastero di Serra delle suore carmelitane in Spagna, anche se era lontano, era buio e la strada impervia.
Quella notte in portineria c’è suor Marìa Jesùs. È un’anziana carmelitana. Dice al papà di ritornare per la celebrazione eucaristica della domenica, alle 12.00. Quando la suora racconta l’accaduto in refettorio, le carmelitane quasi la rimproverano: «Perché non lo hai fatto entrare?». Così per alcune domeniche Santos e Mari Carmen, i genitori della piccola, si recano a Serra per la Messa. La celebrazione eucaristica termina alle 13.00 e alle 13.30 inizia l’orario di visita in ospedale, devono correre.
Nel frattempo, il 19 ottobre a Lisieux i genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù erano stati beatificati. Suor Marìa Asuncìon, la superiora, legge la storia di Pietro Schilirò, il bambino guarito per intercessione dei Martin, e pensa: «E se invece di pregare per Santa Teresina, invocassimo l’intercessione dei suoi beati genitori?». La domenica successiva suor Marìa Asuncìon, dopo la celebrazione, corre fuori dalla Chiesa, per raggiungere i genitori che sono già in auto verso l’ospedale: «Pregate i Martin, iniziate la novena stasera stessa. Loro vi saranno vicini. Noi faremo lo stesso». Santos e Mari Carmen sono scoraggiati ma accettano.
In breve tempo il quadro clinico di Carmen migliora. Decidono di togliere i tubi dell’ossigeno, preparandosi al peggio ma la bimba è forte, resiste. Le vengono date poche gocce di latte materno per alimentarla normalmente. Il 2 gennaio viene dimessa. Non una data qualsiasi: 135 anni prima nasceva Teresa, la figlia di Luigi e Zelia. Per la bambina si sono temuti danni irreversibili e invece Carmen danza come una farfalla.
Quel giorno anche il cuore di tante famiglie convenute a Roma è stato avvolto da una danza di speranza. È davvero possibile diventare santi! Pur tra le tante preoccupazioni di ogni giorno, i figli, il lavoro estenuante, le bollette da pagare, le ore nel traffico, il mascara che cola, i piatti nel lavandino…Luigi e Zelia profumano di casa. Odorano di cose ordinarie, di gioie e dolori familiari. Quelle che piacciono a Dio.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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