BRICIOLE DI VANGELO

19 Ottobre 2024

Chi mi rinnegherà…

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,8-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Il commento

Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio” (12,8). L’evangelista introduce le parole con una formula che sottolinea l’autorità di Colui che le proclama: “Io vi dico”. Conoscere la fonte non è secondario, anzi si rivela decisivo per misurare il valore delle parole. In questo caso è Gesù, il Figlio che comunica lo splendore della verità, Colui che Simeone riconosce come “luce delle genti e gloria di Israele” (Lc 2,32). Nei versetti precedenti l’evangelista ha riportato l’esortazione a testimoniare con fedeltà il Vangelo, anche a costo di affrontare opposizioni e minacce (Lc 12, 3-4). Nel brano che oggi meditiamo precisa che non si tratta di annunciare qualcosa ma di proclamare la fede in Cristo. È importante perciò sottolineare il pronome: “Chi riconoscerà me […] chi rinnegherà me”. Non ci vene chiesto di confessare i valori della giustizia, della pace o della solidarietà. La fede si riassume nella persona di Gesù, il Signore della storia. Testimoniare significa riconoscere pubblicamente che in Gesù Cristo si rinnova il mondo. Non era facile. Nel contesto di un sistema culturale e politico in cui l’imperatore aveva la pretesa di presentarsi al pari di un idolo, i cristiani avevano l’obbligo di dire che uno solo è Dio e uno solo è il Salvatore. E nessun altro poteva essere posto sullo stesso piano. L’inno ai Filippesi si conclude con questo invito: “ogni lingua proclami che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,11). L’apostolo riprende e aggiorna quanto si legge nel Libro di Isaia (Is 45, 22-24).

“Coloro che si sono rifiutati di sacrificare agli dèi e di sottomettersi all’editto dell’imperatore, siano flagellati e condotti al supplizio della pena capitale”: con questa motivazione fu condannato a morte il filosofo Giustino (II secolo) che aveva conosciuto e abbracciato la fede cristiana. Come lui, tanti altri hanno dato la vita pur di non rinnegare la fede. Sospinti da questi testimoni, chiediamo anche la grazia di manifestare con più coraggio il nostro amore per Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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