8 Ottobre 2024

Sammy Basso: “Se non dicessi che ho fede è come se non dicessi niente”

«La fede è la parte principale, la più intima di me stesso. Potrei dire qualsiasi cosa su di me, ma se non dicessi che ho fede è come se non dicessi niente. Sono credente e spesso magari mi viene anche chiesto come si fa a credere nonostante una malattia genetica così rara. Per me, però, Dio è così grande, cioè una realtà talmente oltre ogni portata, che veramente ogni cosa scompare, perché credo che Dio mi ha dato una vita, mi ha dato una famiglia, mi ha dato degli amici, mi ha dato un mondo dove stare e queste sono tutte cose molto più importanti, molto più grandi di quelle che una malattia può togliere». Sono le parole che riassumono la grande lezione di vita che Sammy Basso ci ha lasciato in eredità, morendo improvvisamente la sera del 5 ottobre scorso, mentre era ad una festa di nozze con i suoi amici.

Aveva 28 anni – ne avrebbe compiuto 29 il 1 dicembre – ed era affetto dalla progeria, una malattia genetica rara anche nota come sindrome dell’invecchiamento precoce. Nel mondo ci sono 130 casi simili al suo. I primi segni della malattia si erano manifestati poco dopo la nascita, anche se la diagnosi corretta era giunta solo all’età di due anni, perché si conosceva davvero poco di questa patologia. Sammy è stato un giovane eccezionale: si è laureato all’Università degli Studi di Padova in Scienze naturali nel 2018, con una tesi di ingegneria genetica. Si è poi specializzato in Molecular Biology prendendo un’altra laurea con uno studio che indagava sulla correlazione tra progeria e infiammazione.

Le pagine più belle sono scritte con l’inchiostro della fede. «Della fede cristiana mi piace proprio questo: il fatto che tutti noi fedeli dovremmo cercare di assomigliare a Dio, tenendo però conto che Lui ci ha reso il compito facile, perché è Lui che ha voluto assomigliare tantissimo a noi, ha condiviso ogni cosa con noi: dalla festa al dolore, alla morte». Parole accompagnate sempre da un’espressione dolcissima e penetrante che mi ha sempre molto colpita.

Il segreto della sua straordinaria esistenza credo che sia stato, oltre una fede incrollabile anche l’amore per la sua famiglia che Sammy definiva “una grande squadra”. «È lui che aiuta noi, con la sua forza, la sua determinazione e la sua ironia. Non si arrende mai, trova sempre in se stesso e nella fede in Dio le energie per farcela», dice la mamma Laura in un’intervista del 2019 al Corriere della Sera. Non aveva tempo Sammy per autocommiserarsi. Sapeva che lui non era la sua malattia ma molto di più. Aveva dei modelli cui si ispirava: Francesco di Assisi, portava il suo Tau al collo con amore. Il giorno prima di morire ne aveva celebrato la festa. Una festa che oggi continua con il suo Gesù che Sammy chiamava il suo “Salvatore”. Lo pregava ogni giorno, lo annunciava con semplicità, lo ha testimoniato con una vita meravigliosa. Grazie Sammy.



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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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