Due anni prima di morire, Santa Teresa di Gesù Bambino comincia a scrivere il suo primo Manoscritto. È il gennaio del 1895. Le iniziali con cui si firma la santa sono J.M.S.T, Gesù, Maria, Giuseppe, Teresa. Teresa è una donna e le donne amano sentirsi sempre parte di una storia più grande, di una rete di relazioni generative. Nelle note iniziali troviamo subito il riferimento all’obbedienza alla sorella Paolina, madre Agnese di Gesù, che le aveva chiesto di scrivere la sua storia. Comando che Teresa percepisce come cosa gradita a Gesù. Infine, l’affidamento a Maria, la Vergine del Sorriso, la supplica che guidi la sua mano, Lei che tante grazie aveva elargito alla sua famiglia.
Questi piccoli riferimenti denotano già la grandezza di quest’anima. Con grande semplicità e umiltà che non è mai ingenuità, la santa della “piccola via” afferma di essere monaca non perché ne è degna ma perché Gesù l’ha voluta con sé e per sé. È Lui che l’ha resa degna. Questa chiamata per lei coincide con la vocazione alla santità. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che lei si domandi perché, tra quelli che Dio chiama, ci siano santi che hanno fatto cose straordinarie e magari hanno avuto anche un passato burrascoso e santi invece preservati fin dal seno materno. Si dà una risposta meravigliosa: “nel giardino della santità ci sono tutti i fiori della Creazione, diversi tra loro. Il Signore ama la rosa così come ama la violetta”. Perché la bellezza, la perfezione, come la chiama la santa, non è nella grandezza ma consiste nel fare la sua volontà, nell’essere come vuole lui.
Bisogna procedere piano, adagio, nell’anima di Teresa. Altrimenti si corre il rischio di non cogliere qualche dettaglio del suo cuore. Teresa vive alla presenza di Dio, ella scrive che non avrebbe riportato semplicemente la sua storia ma i pensieri riguardo alle grazie che Dio mi ha concesso. Usa questo sostantivo: pensieri. Teresa invita a non avere paura di riconoscere e raccontare ciò che il Signore dona ad un’anima umile. Ella ha una grande fiducia in Colui che l’ha chiamata e chi si affida a lei sa che deve compiere sui suoi passi proprio questo cammino.
Non è semplice imparare e scegliere di fidarsi. Vorremmo sempre avere il controllo sulla nostra vita, tenere in mano le redini delle situazioni e delle cose. Teresa ci insegna che è l’abbandono fiducioso “che ci sostiene ogni giorno e che ci manterrà in piedi davanti allo sguardo del Signore quando Egli ci chiamerà accanto a sé: «Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso»” (C’est la confiance, Papa Francesco).
Contro il delirio di un’adultità arrogante, Teresa decreta il tramonto dell’autosufficienza perché ci ricorda che la nostra vita è nelle mani di un Altro. Senza fiducia la nostra vita può diventare un incubo, una guerra infinita che non ci condurrà da nessuna parte. «Nonostante la mia piccolezza, posso aspirare alla santità. Farmi diversa da quel che sono, più grande, mi è impossibile: mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni; ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una piccola via bella dritta, molto corta, una piccola via tutta nuova». Corriamo dietro di lei, corriamo per la piccola via della fiducia.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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