BRICIOLE DI VANGELO

22 Settembre 2024

La Parola resta sulla soglia

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Il commento

Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno” (9,31). Sono confidenza intime, parole che si dicono solo agli amici, quelli più stretti. E difatti, l’evangelista sottolinea che questa catechesi è destinata solo ai Dodici (9,31). Gesù condivide con gli apostoli la sua intima sofferenza, manifesta la coscienza che la sua missione non terminerà con il successo ma con la più sonora bocciatura. Quest’annuncio sconcerta i discepoli non solo per la prospettiva dolorosa della passione ma anche perché nella comunicazione di Gesù non intravedono alcuna reazione: il Maestro non invita a combattere, come essi avrebbero immaginato, anzi sembra rassegnato dinanzi agli eventi. L’immagine che offre di sé stesso è quella di un uomo che si arrende alla forza senza neppure combattere. Un’immagine scandalosa che rende la sua Parola ancora più incomprensibile.

Le parole di Gesù seminano una grande amarezza e mettono in crisi la fiducia che i discepoli ripongono nel Maestro. Lo hanno seguito perché hanno intuito che quel Rabbì aveva una particolare autorità, i suoi prodigi hanno confermato che agiva con la potenza di Dio. Sapevano che la sua missione si scontrava con il potere religioso ed erano pronti a lottare. E invece quella confidenza, che conferma un primo annuncio (Mc 8,31), rappresenta una doccia fredda, manda in tilt i sogni di gloria. La narrazione evangelica descrive i Dodici come una comunità sostanzialmente immatura: da una parte c’è il Maestro che non nasconde nulla perché ha piena fiducia nei discepoli; e dall’altra ci sono i discepoli che invece hanno paura di manifestare l’inquietudine e i dubbi. Tra di loro c’è una sostanziale incomunicabilità, non solo nella forma ma anche nella sostanza. La Parola di Gesù resta sulla soglia, non penetra nel cuore, non plasma i loro pensieri né modifica i progetti che intendono realizzare. I discepoli sono certamente delusi ma non abbandonano il Maestro. Anche noi, oggi, chiediamo la grazia della fedeltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.