Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
 
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, 
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». 

Il commento

“… la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli” (7,35). C’è grande amarezza nelle parole di Gesù ma la conclusione è carica di speranza. Ci sono quelli che non prendono mai una decisione, preferiscono restare nella comoda incertezza piuttosto che accettare le sfide e le responsabilità della vita. È un atteggiamento che abbraccia anche la fede. Gesù invece chiede di prendere posizione e riconoscere che la Sapienza di Dio si è fatta carne. Siamo dunque invitati a confessare la fede in Gesù, riconoscendo che “in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). Il Vangelo ci scuote, ci chiama a fare delle scelte e, se necessario, a mettere in discussione le scelte che abbiamo fatto. Dio si presenta come il Signore, bussa alla porta e dice: “Vorrei fare della tua vita un grande miracolo, vorrei che diventasse un dono per tutti, vorrei fare di te un pozzo di acqua per dissetare coloro che hanno sete. Ci stai?”. Non possiamo far finta di nulla o rimandare. Non possiamo perdere tempo in chiacchiere da salotto. Domandiamoci piuttosto se siamo disposti a uscire da quell’orizzonte limitato in cui ci preoccupiamo solo di noi stessi, verifichiamo se siamo disposti costruire la vita sulla parola di Dio.

In una cultura in cui tutto è fluido e favorisce la volatilità delle idee, in un contesto in cui anche la coscienza di sé e della propria identità sessuale viene legata alla percezione soggettiva, il Vangelo ci invita a compiere scelte precise, quelle che danno un chiaro orientamento alla vita. Oggi corriamo il rischio di lasciar parlare solo le emozioni o comunque di dare alle emozioni uno spazio eccessivo. Un credente non si limita a cercare ciò che gli piace ma s’impegna a fare ciò che piace a Dio. La verità non è la somma delle nostre emozioni ma è cercata a partire e nella luce della Parola che Dio ha consegnato all’umanità. Oggi chiediamo la grazia di fidarci della Chiesa che custodisce e comunica la Parola della verità.