22 Luglio 2024

Non basta un dispositivo per salvare una famiglia dalla tragedia

Una bimba di un anno, Agnese, è morta dopo essere rimasta chiusa in auto sotto il sole per alcune ore. Un dramma terribile per i poveri genitori. Stando ad una prima ricostruzione, la piccola sarebbe stata dimenticata in macchina dal papà che, come ogni mattina, si è recato a lavoro senza fermarsi per lasciare la figlia al campo estivo. Nonostante dal 6 marzo 2020 in Italia è obbligatorio utilizzare i dispositivi anti abbandono quando si trasportano in auto bambini di età inferiore ai 4 anni e chi non si adegua alla normativa rischia una sanzione amministrativa da 83 a 333 euro oltre alla decurtazione di 5 punti patente, questo è il secondo caso che si verifica in Italia dopo la misura obbligatoria.

Gli esperti parlano di Forgotten Baby Syndrome (Fbs), sindrome del bambino dimenticato in auto o sindrome del bambino dimenticato in auto al caldo: si verifica quando un genitore o un caregiver si dimentica di un bimbo nel veicolo e lo lascia accidentalmente per un periodo di tempo prolungato. Questo può succedere per vari motivi secondo gli studiosi: una momentanea distrazione, una routine alterata o una mancanza di consapevolezza. Alla base di queste tragiche dimenticanze c’è anche lo stress.

Stress. Su questo ultimo aspetto vorrei tentare di fare qualche considerazione. A mio avviso necessaria. Questi drammi che provocano certamente un dolore immenso meritano rispetto e silenzio ma anche una riflessione importante e soprattutto onesta. Le famiglie oggi non possono dedicare alla maternità e alla paternità un tempo e uno spazio idoneo per occuparsi dei figli specialmente nei primi anni di vita, quando la loro presenza è fondamentale. Per la maggiore, sono costretti a lavorare entrambi per poter vivere e permettersi quello stile che la vita impone. Spesso vivono lontani dalle famiglie di origine che non possono così aiutarli con i bambini piccoli. Sono costretti a mandare i figli ancora di pochi mesi in asili privati costosi perché altrimenti rischiano di perdere il lavoro.

Di quali politiche familiari parliamo? Dell’elemosina che lo Stato elargisce con i bonus bebè? Siamo seri, la famiglia non interessa veramente a nessuno né il bene grande che ne deriva come risorsa per l’intera società. E la dimostrazione è che aumentano i negozi per animali, le strutture recettive per le vacanze con i propri cani e nello stesso tempo cresce anche la solitudine delle famiglie, lasciate spesso sole a gestire la quotidiana fatica. Tutti cercano di fare bene la propria parte ma in estate con il caldo, le ferie ridotte spesso a pochi giorni, baby-sitter e centri estivi che costano quando uno stipendio, è difficile riuscire a fare tutto. L’ansia, lo stress, la fatica rischiano di prendere il sopravvento.

Davanti a questa ennesima tragedia non cerco di scaricare la colpa alla politica, vorrei solo fare un appello: la famiglia ha bisogno di tempo, di spazio, di presenza. Una madre ha bisogno di esserci, starci, nei primi tre anni di vita del proprio bambino senza per questo sentirsi in colpa o essere accusata di favorire un ritorno al passato. Diventare genitori è una cosa seria e gli input che provengono da una società individualista, concentrata solo sulla ripresa della forma fisica e sulle prestazioni professionali, non aiuta certamente a svolgere il compito più importante di tutti: accudire, amare, prendersi tempo e spazio.

Dal Cielo, Agnese, dona un po’ di pace al cuore dei tuoi genitori.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

ANNUNCIO


Vai all'archivio di "Un Caffè sospeso"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.