Oggi i pastori, i consacrati, gli operatori pastorali che si occupano di famiglia, spendono energie per sostenere gli sposi e aiutarli ad alzare lo sguardo verso il Cielo? A camminare su questa terra con l’intima certezza che insieme si può arrivare a scalare insieme – come sposi intendo – le alte vette della santità? Possiamo dirlo senza paura: siamo sommersi dai consigli per l’uso. Maniaci della perfezione e succubi della tecnologia, usata in modo sbagliato, le nostre occupazioni e preoccupazioni sono spesso ancorate ad una realizzazione solo terrena. Non che sia sbagliato. È chiaro che la vita va vissuta con intensità e serietà ma spesso il Cielo e l’eternità sono ricoperti dalla coltre degli affanni, come se la nostra esistenza avesse una data di scadenza.
La buona notizia è che la nostra vita non ha date di scadenza. Possiamo o, meglio, siamo chiamati a camminare come sposi con gli occhi rivolti al Cielo, rivestendo i gesti quotidiani di quella santità che Dio stesso ci rivela e ci permette di vivere, Lui che è il Santo. Questo discorso potrebbe restare una bella e pia intenzione se non avessimo davanti agli occhi e al cuore esperienze che difatti ci mostrano che questa santità non è fatta di cose straordinarie ma si rivela nelle piccole cose di ogni giorno. E i santi sposi ne sono un esempio eloquente. Abbiamo dunque bisogno della loro testimonianza, di rivolgerci a loro con cuore sincero e accogliente.
Non tutti i pastori hanno maturato la convinzione che gli sposi sono chiamati alla santità; alcuni forse hanno paura di chiedere troppo e così, invece di indicare i sentieri che portano sulla santa montagna, favoriscono una placida mediocrità; altri non conoscono abbastanza la dinamica coniugale e familiare e non sanno perciò dare i suggerimenti necessari per compiere scelte più appropriate.
Come educare gli sposi a vivere il matrimonio come vocazione alla santità? Non bisogna aver paura di proporre loro esperienze intense e significative di preghiera e di carità. La santità è dono di Dio e solo il contatto con Lui, che diventa intimità nella preghiera e nella partecipazione sacramentale, può comunicare la grazia che permette agli sposi di superare i limiti e le debolezze della natura umana. Fortificati dalla grazia, gli sposi sapranno dare alla propria vita, in ogni suo ambito, uno stile evangelico: la vita affettiva e sessuale, l’accoglienza dei figli, la sobrietà nei consumi, il servizio ecclesiale, l’impegno della carità.
Papa Francesco in Amoris laetitia scrive: “Le famiglie raggiungono a poco a poco, «con la grazia dello Spirito Santo, la loro santità attraverso la vita matrimoniale, anche partecipando al mistero della croce di Cristo, che trasforma le difficoltà e le sofferenze in offerta d’amore». D’altra parte, i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione. I coniugi danno forma con vari gesti quotidiani a questo «spazio teologale in cui si può sperimentare la presenza mistica del Signore risorto»” (n. 317).
Che bello pensare che l’amore tra gli sposi è uno spazio teologale, un luogo che rende visibile Dio, attraverso parole e gesti essi comunicano al mondo la presenza di un Padre che accompagna, genera, risana, guarisce, perdona, salva. Sì, salva. Perché l’amore se non ci conduce a salvezza, spesso anche passando attraverso la croce, non viene trasfigurato, resta incatenato tra gli affanni del mondo. Oggi alziamo gli occhi verso i santi Luigi e Zelia Martin, canonizzati nell’ottobre del 2015. La loro testimonianza così profonda e così ordinaria nello stesso tempo, insegni agli sposi la bellezza di essere un pezzetto di Cielo qui sulla terra.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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