È rimasto attaccato al locomotore di coda, all’esterno dell’Intercity Milano-Pescara per un centinaio di chilometri, per poi crollare a terra nella stazione del capoluogo abruzzese. Un ragazzo, 20 anni di Ancona, si è cimentato nel train surfing, una sfida tra giovanissimi: viaggiare agganciandosi ai vagoni di un treno, per mettersi alla prova con il rischio di rimetterci la vita. Purtroppo, non è un caso isolato. Le challenge, le sfide con cui i giovanissimi si misurano con il cellulare in mano per filmarsi nelle loro follie, incuranti del prezzo elevatissimo che rischiano pagare, son sempre più numerose.
Un fenomeno molto preoccupante che riguarda sia maschi che femmine. Follie come la sex roulette: perde chi resta incinta dopo un rapporto di gruppo senza precauzioni o addirittura invitando a partecipare anonimamente un portatore di Hiv all’amplesso. Perde chi contrae il virus dell’AIDS. È sconvolgente pensare che i giovani si divertono in questo modo ma è ancora più scandaloso da parte nostra non porci nessuna domanda, non operare nessun cambiamento, non cercare di prevenire in alcun modo. Anche noi giochiamo ad una roulette: aspettiamo il passaggio all’età matura sperando che nostro figlio non resti impigliato nelle maglie di questa adolescenza sconsiderata.
C’è un vuoto che abbiamo il dovere di riconoscere. Al netto della considerazione che l’adolescenza è un tempo di ribellione e di distanza dai genitori per cercare e stessi e la propria identità, è il caso di chiederci: quali strumenti abbiamo fornito loro per affrontare questa ricerca? Per sopravvivere sulle strade della libertà? Per decidere quando sono davanti ad una scelta importante? O se vogliamo essere un po’ più profondi: quali criteri abbiamo trasmesso loro per riconoscere il bene dal male?
Non voglio scaricare tutto sulle spalle dei genitori. Mi rendo conto che abbiamo tante preoccupazioni e facciamo del nostro meglio per assicurare ai nostri figli di crescere in un ambiente sano, pulito e agiato ma non possiamo chiudere gli occhi davanti ad errori palesemente grossolani. Gli esperti ci dicono che lo smartphone va consegnato ai figli dopo i 12 anni, in giro vedi i neonati di 7-8 mesi incantati davanti alle scatole nere nei loro seggioloni al ristorante, in spiaggia, in auto. Gli esperti dicono che per avere un rapporto sessuale maturo e senza conseguenze psicologiche devi avere almeno 18 anni, permettiamo che a 13-14 anni i nostri figli si lanciano in esperienze sessuali complete, l’importante è che si prendono precauzioni.
Quali precauzioni abbiamo insegnato loro per stare al mondo, per diventare adulti? Per divertirsi senza per forza fare qualcosa di pericoloso o di estremo? Gesù nel Vangelo dice “chi vede il Figlio vede il Padre”, dove per Padre si intende chi mi ha trasmesso la vita, il desiderio di stare al mondo e di donarmi con gratuità e totalità. Non dobbiamo sperare che i nostri figli diventino autonomi economicamente da noi per dire che siamo stati dei buoni genitori. L’indipendenza è una conseguenza, è un aspetto della maturità. Ciò che fa fiorire un figlio è la consapevolezza e la coscienza di essere amato da un padre e da una madre che lo hanno voluto, messo al mondo e lo sostengono ogni giorno con un esempio che profuma di cose buone, di bello, di vero, di autentico.
La nostalgia di una vita amata suscita il desiderio di amare e di vivere senza rispondere alle aspettative di successo del mondo ma gratis. Regalando agli altri quello sguardo su loro stessi e sul mondo dal quale sono stati generati.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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