Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,18-22)
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Il commento
“Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva” (8,18). Le scelte di Gesù non corrispondono alle nostre attese: si sottrae all’abbraccio della folla e decide di andare altrove, in territorio pagano (8,28). Il Vangelo deve raggiungere tutti. Prima di raccontare il viaggio, l’evangelista riporta due episodi vocazionali. Oggi mi soffermo sul primo che ha per protagonista uno scriba che manifesta piena disponibilità: “Maestro, ti seguirò dovunque tu vada” (8,19). È un uomo istruito, appartiene a una categoria sociale e religiosa molto apprezzata, certamente ha avuto modo di ascoltare Gesù, probabilmente ha visto di persona o ha sentito parlare dei suoi prodigi. Intuisce perciò che non è uno dei tanti rabbì, forse vede in Lui un profeta. Decide perciò entrare nella cerchia dei suoi discepoli. È certamente animato dalle migliori intenzioni. Non chiede soltanto di imparare qualcosa ma si dichiara disposto a camminare con Lui. Ha tutte le credenziali, noi lo avremmo accolto a braccia aperte. Gesù invece non si accontenta delle belle parole, mette alla prova la sua disponibilità. Lo slancio emotivo può trarre in inganno. Non lo rifiuta ma gli chiede di compiere una verifica più seria: “il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (8,20). Il Nazareno annuncia che la sua vita – e quella dei suoi discepoli – non è molto comoda. Chi sceglie di stare con Lui deve accettare la precarietà della vita e condividere in tutto e per tutto la vita del Maestro.
“Ti seguirò dovunque tu vada”, dice lo scriba: in queste parole c’è una buona dose di presunzione. Un atteggiamento poco adatto per iniziare il cammino. La sincerità non basta. Ogni eccomi deve essere condito con l’umiltà. Oggi suggerisco di pregare così:
Signore, Tu conosci i miei limiti, non ho la stoffa per essere tuo discepolo, ma con Te tutto diventa possibile. Tu puoi rendermi capace. Io sono pronto a dare tutto ma Tu resta accanto, prendimi per mano e accompagnami lungo i sentieri della vita. Amen.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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