Carissimo amico, da pochi giorni ho saputo che la malattia ha bussato alla porta della tua vita. Volevo chiamarti ma non so se riesco a trovare le parole adatte senza essere formale. E tu lo sai che io odio le formalità. E non so se hai voglia di sentirmi. Dunque, ho pensato di scriverti perché è la sola cosa che so fare. Perdonami per l’ardire ma mi sei caro.
Quando ho saputo della notizia mi sono sopraggiunte al cuore due esperienze significative che vorrei condividere con te. La prima riguarda santa Teresa di Gesù Bambino, la mia santa preferita. È il 1896 e Teresa scrive nel suo Manoscritto C: “L’anno scorso, il Buon Dio mi ha concesso la consolazione di osservare il digiuno di quaresima in tutto il suo rigore, mai mi ero sentita così forte, e quella forza si mantenne fino a Pasqua. Tuttavia il giorno del Venerdì Santo Gesù volle darmi la speranza di andare presto a vederlo in Cielo… Oh! come è dolce quel ricordo!… Dopo essere rimasta al Sepolcro fino a mezzanotte, tornai in cella, ma avevo appena posato la testa sul cuscino che sentii come un fiotto di saliva, saliva gorgogliando fino alle labbra. Non sapevo cosa fosse, ma pensavo che forse stavo per morire e la mia anima era inondata di gioia…
Tuttavia siccome la nostra lampada era spenta, mi dissi che bisognava aspettare il mattino per assicurarmi della mia felicità, perché mi sembrava che fosse sangue quello che avevo vomitato. Il mattino non si fece attendere a lungo, quando mi svegliai pensai subito che avevo qualcosa di allegro da sapere, avvicinandomi alla finestra potei constatare che non mi ero sbagliata… Ah! avevo l’anima piena di grande consolazione, ero intimamente persuasa che Gesù nel giorno commemorativo della sua morte voleva farmi udire un primo invito. Era come un dolce e lontano mormorio che mi annunciava l’arrivo dello Sposo…”.
Lo so, forse non sono queste le parole che desideri ricevere o sentire ma pensa a quanto siano consolanti! Teresa vive il tempo della malattia come una specie di predilezione da parte del Signore. Addirittura, parla di felicità! È vero ci vuole una grande fede per scrivere e parlare come fa santa Teresa ma non è quello che forse chiede Dio a tutti noi?
C’è un’altra grande amica in Cielo che possiamo interpellare: Chiara Corbella Petrillo, morta a 28 anni per un carcinoma sublinguale. Lei scriveva: “Per quel poco che ho capito in questi anni posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio. L’amore ti consuma, ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo”. Sono parole dense di speranza e di una fede adulta e matura.
Ho pensato di fare una novena a Chiara per te e poi farò anche quella delle rose della mia Teresa. Chiedo a Dio che tu affronti tutto con il coraggio e la fiducia dei figli di Dio e ti doni ancora tanti anni per essere al suo servizio. Ti stimo moltissimo e ti voglio bene. Sii forte e stai nella pace. Per quanto posso io farò la mia minuscola parte cercando di strappare per te con la preghiera ogni consolazione dal Dio, buono e misericordioso.
Giovanna
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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