CONIUGALITÀ
L’intimità fisica nel matrimonio è dono di Dio: cosa ci insegna la storia di Tobia e Sara
La Bibbia ci racconta che, dopo una serie di difficoltà, Tobia e Sara riescono a sposarsi. Ciò che colpisce della vicenda narrata è che non si mostra reticenza nel delineare quale sia la loro difficoltà maggiore: avere rapporti sessuali. La Bibbia nasconde, biasima, trascura l’aspetto carnale dell’amore? No, al contrario: lo considera centrale nel matrimonio.
Il libro di Tobia, contenuto nell’Antico Testamento, fa luce su una realtà non sempre conosciuta: la Bibbia valorizza la fisicità e la bellezza dell’amore che passa attraverso i corpi dell’uomo e della donna.
Sara ha un passato doloroso: è già stata sposa di sette mariti, che però sono morti tutti la prima notte di nozze. Asmodeo, il demone della distruzione, dell’ira, dell’impudicizia, non vuole che la ragazza venga amata da un uomo. Odia il vincolo sponsale e, perciò, lo impedisce. Tobia conosce questo trascorso, sa che il prossimo potrebbe essere lui e, invece, ne esce vittorioso. Il suo segreto? Non pretende di combattere il demonio da solo.
La narrazione è arricchita di simboli che vanno letti, compresi e rielaborati con attenzione, perché hanno molto da insegnare sul matrimonio anche alle coppie di oggi.
Un errore che spesso si fa, infatti, è leggere la Bibbia solo ed esclusivamente in modo letterale. Se andiamo più in profondità, invece, scorgeremo dei significati che possono cambiare la nostra vita di sposi oggi.
Innanzitutto, questa storia ci ricorda che la coppia, chiamata da Dio alla comunione, ha un nemico, il divisore, che odia la comunione e la ostacola: il diavolo. Egli non vuole l’unione fisica tra gli sposi perché è lì – in modo particolare – che essi sperimentano l’amore di Dio.
Illuminante l’umiltà di Tobia: sa di essere solo un uomo, non può competere con le sue mere forze con degli spiriti più forti, intelligenti e potenti di lui. Si lascia allora aiutare da qualcuno che è più forte del diavolo e anche di lui: l’Arcangelo Raffaele, messaggero di Dio. Quest’ultimo consiglia al ragazzo alcuni gesti da compiere prima di mettersi a letto con la sposa. Proprio così: la Bibbia – e quindi la Chiesa – ci presenta un uomo che viene aiutato da Dio per potersi unire carnalmente alla sua sposa.
Anche noi sposi cristiani dobbiamo ricordare che l’unione fisica è importante, anzi centrale, nel matrimonio, ma proprio perché ci avvicina a Dio e ci rinsalda nella comunione, dobbiamo tenere a mente che il demonio attacca la sfera dell’intimità. Pregare perché la nostra sessualità sia mantenuta nella sua autentica bellezza è un atto più che lecito, anzi, come abbiamo visto, è la Bibbia stessa a suggerirlo!
Leggi anche: Il Matrimonio rende gli sposi tabernacolo vivente (puntofamiglia.net)
Notiamo, inoltre, che Tobia e Sara sconfiggono il diavolo perché sono “fratello e sorella in Dio”. “Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, alzati!» (Tb 8, 4)”. Il modo in cui Tobia chiama Sara ci apre uno squarcio meraviglioso: Sorella.
Quanti di noi possono chiamare il proprio sposo “fratello” e la propria sposa “sorella”?
Non si tratta di sminuire la specificità dell’amore nuziale, ma di riconoscere l’importanza di un affetto, di una complicità, che non ci faccia concentrare solo sull’eros.
L’amore ha molte sfaccettature: l’amicizia e la passione devono coesistere; non c’è futuro per una coppia dove manchino confidenza, stima, supporto. L’attrazione fisica è una componente, ma non può mai essere l’unica!
Un’altra realtà che questa storia ci ricorda è che ogni volta che fanno l’amore, gli sposi rinascono: sono rigenerati da quel dono reciproco.
Il greco utilizza il termine anastethi, per parlare della rinascita di Sara. Lo stesso termine che verrà usato nel Vangelo per indicare la resurrezione di Gesù! L’amore coniugale si paragona ad una “resurrezione”: è il miracolo dell’amore, fecondo non solo “per la procreazione”, ma ancor prima per l’unione dei coniugi.
Tempo fa, una persona mi disse: “Dopo aver fatto l’amore sento un vuoto. Prima sono felice, elettrizzato, poi mi sento svuotato”. Non era un uomo sposato, che viveva l’intimità con la donna della sua vita. Viveva la sessualità in modo disordinato (per sua propria ammissione). Lessi la sua confidenza come la prova che c’è un modo pieno e appagante di vivere l’intimità ed un altro che invece ci promette felicità, in realtà ce la toglie.
Tobia e Sara, due giovani normali ma ferventi nella fede, mostrano la bontà dell’atto sessuale. Però ci mettono anche in guardia dai pericoli e, prima di tutto, dal pericolo maggiore che è l’aggressione del demonio.
Dio ci introduce, attraverso di loro, nella grandezza del matrimonio e nella sacralità dell’incontro intimo degli sposi. Il matrimonio passa per la carne! Anzi, per noi cristiani, è un canale unico della Grazia divina. Allontanarci da questo disegno, però, può portarci a “morire” dentro, seppellendo il desiderio di infinito che abita nel nostro cuore.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento