14 Giugno 2024

La “vergogna” del G7

Quando all’università ho affrontato gli esami di diritto internazionale, uno dei più temuti perché in cattedra c’era il preside di facoltà, il G7 era considerato lo spazio per eccellenza della democrazia e dei diritti umani nel mondo. Non mi sembra che quello che si è aperto a Borgo Egnazia, in Puglia risponda più a queste caratteristiche. Piuttosto è diventato il teatro di una certa spettacolarizzazione culturale molto ideologica che si concentra sulla soppressione dei nascituri come il primo “diritto” da difendere ad ogni costo.

La querelle sull’inserimento o meno del riferimento alla “tutela del diritto all’aborto” nel documento finale della riunione di Borgo Egnazia fa emergere un dato importante: al centro non ci sono le donne, la maternità e men che meno i bambini nel grembo materno – mai nominati dalla stampa – ma solo gli interessi politici di alcuni. Il presidente francese Macron si pavoneggia per l’inserimento del “diritto all’aborto” in Costituzione guarda caso all’indomani del terremoto elettorale dell’allineamento della destra moderata con Marine Le Pen e il presidente americano Biden, finanziato dalle cliniche abortiste Planned Parenthood, rischia di perdere con Trump.

In Italia, forse è bene ricordarlo per quanti si sono stracciate le vesti definendo “vergognoso” il non diritto all’aborto, che interrompere la gravidanza secondo la legge 194 non è mai stato un diritto ma solo un reato parzialmente depenalizzato a determinate condizioni. C’è molta differenza. Come si può pensare di raggiungere un documento condiviso su questo punto? Al contrario, se avessimo davvero cognizione di quello che avviene attraverso l’aborto, dovremmo sì raggiungere un comune obiettivo, e cioè contrastarlo quanto più possibile. Dovremmo discutere su come aiutare le donne ad accogliere quel figlio. E arriviamo al figlio, il vero protagonista. L’ospite ignorato da tutti. Si parla di lui in fondo, eppure non è mai nominato. Invece di discutere di come aiutarlo a nascere, favorendo in questo modo anche la natalità, di come sostenere le loro madri, di come rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono ad un essere umano di venire al mondo, ci nascondiamo dietro alla bandiera dei cosiddetti “diritti civili”. E tutti ad applaudire come le capre, puntando il dito contro la “povera e retrograda” Italia che si è opposta per rimarcare una disposizione purtroppo già contenuta nelle conclusioni di Hiroshima.

“Non è la stessa sensibilità che c’è nel vostro Paese” Macron ha dichiarato sulla mancanza dell’aborto nel documento finale pugliese. Interessante che si utilizzi il termine “sensibilità”. Dal dizionario Treccani la sensibilità è la capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi e ancora: particolare attitudine a risentire gli affetti, i sentimenti, le emozioni di un altro. L’altro in questo caso è il bambino nel grembo materno, l’altro è la donna sola che vorrebbe essere aiutata e invece è ingannata a disfarsi del problema per risolvere la questione, l’altro è il papà che non compare quasi mai come persona protagonista dei fatti, l’altro è il medico che si oppone ad una barbarie che riconosce contraria al giuramento di Ippocrate. C’è un altro nella questione. Ignorarlo non è solo una grave offesa all’intelligenza umana, è vergognoso per usare lo stesso aggettivo di una certa parte politica oltre che diabolico.



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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