Tomas e Paquita sono due coniugi spagnoli vissuti nel Novecento. Entrambi insegnanti, si conoscono per la prima volta molto giovani ma dopo anni si rincontrano e decidono di fidanzarsi. Si sposano il 16 giugno 1939, hanno nove figli. Uno di loro Josè Maria morirà all’età di cinque anni. Nonostante questo lutto e la malattia poi, sia di Paquita che di Tomas, in casa si respirava una profonda fede vissuta con gioia e humor.
Desideravano diventare santi e educare i figli all’amore verso Dio. I figli hanno testimoniato questo legame raccontandolo. Rafael dice dei suoi genitori: “Ci veniva voglia, un giorno dopo l’altro, di assomigliare a loro. Mio padre aveva delle attenzioni incredibili verso mia madre. Era pazzo di lei. Noi lo abbiamo visto fin da bambini e naturalmente ci rendeva felici, ci dava una grande sicurezza”. E ancora: “Andavano a Messa ogni giorno e la sera al tramonto recitavano il Rosario con tutti noi”.
Furono degli splendidi educatori. Quando dovevano rimproverare un figlio, lo chiamavano da parte per non umiliarlo davanti agli altri e lo facevano con un affetto così grande perché fosse stimolato a cambiare. Hanno vissuto una vita lunga, felice, cantavano nella malattia.Queste le parole lette da una delle figlie nel 50° anniversario del matrimonio dei genitori: “Ecco dunque signori, la più bella storia d’amore mai registrata negli annali della Spagna e, di conseguenza, ancora più impensabile, al di là delle nostre frontiere. Lei Paquita, il più bel fiore dell’antico Regno, ammaliò all’istante Tomas, il più prestante cavaliere della sua celebre capitale. Ora dopo 50 anni, dopo aver messo al mondo nove splendidi virgulti ed essere stati costanti creatori di felicità, danno la più bella lezione, reale e vissuta: quella di un amore sempre più giovane, focoso ed entusiasta”. Oggi sono servi di Dio.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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