CARLO ACUTIS

Carlo Acutis: quale miracolo ci permetterà di chiamarlo “santo”?

Carlo Acutis

Foto: http://www.carloacutis.com/

Uno degli amici santi e intercessori che abbiamo ricevuto come dono è Carlo Acutis. Giovane milanese morto nel 2006 e proclamato beato nel 2020, presto verrà dichiarato santo, perché per sua intercessione è avvenuto un miracolo conclamato e contenuto in un decreto firmato da papa Francesco… 

“Bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7-14). Ci dice questo il Signore. Eppure, quante volte ci stanchiamo di bussare, perché non capiamo Dio, non abbiamo fede o temiamo di non essere ascoltati?

“Bussate”: Gesù continua ad invitarci a stare in relazione con Lui, a chiedere con fiducia. Se noi senza di Lui non possiamo far nulla, anche Lui, senza il nostro permesso, non può soccorrerci e salvarci. O meglio, se non gli apriamo le porte della nostra vita, non potremo sperimentare la salvezza che ci ha già meritato con la sua Croce.

Sono tante le porte a cui bussare, attraverso cui palesare il bisogno e la sete a Dio. Ad esempio, abbiamo i nostri amici santi.

Qualcuno potrebbe dire che ci basta Gesù come mediatore, che è Lui l’unico a creare un ponte tra Cielo e Terra. Se siamo cristiani, sapremo che è verissimo. Eppure, a Dio piace far giungere la sua Provvidenza mediante i vincoli di comunione che si creano tra di noi (Dio è comunione!), quindi attraverso i nostri legami fraterni. 

Gesù stesso non è venuto al mondo da solo, scendendo da una nube, ma attraverso un grembo, ovvero attraverso un’altra persona.

E se in Dio la morte non esiste più – perché l’ha vinta – come non pensare che la comunione e l‘aiuto reciproco continuano anche con persone che abitano già il Cielo?

Uno degli amici santi e intercessori che abbiamo ricevuto come dono è Carlo Acutis. Giovane milanese morto nel 2006 e proclamato beato nel 2020, presto verrà dichiarato santo, perché per sua intercessione è avvenuto un miracolo conclamato e contenuto in un decreto firmato da papa Francesco. 

Protagonista di questo evento, una giovane donna della Costa Rica, studentessa in Italia, che ha subito un grave incidente stradale. 

La madre, angosciata per le disperate condizioni di sua figlia, si è messa in viaggio verso Assisi. È rimasta mezza giornata a pregare sulla tomba del giovane beato, per chiedere la grazia. Uscita dalla chiesa della spoliazione dove Carlo riposa, ha ricevuto la chiamata dei dottori: la ragazza si era miracolosamente ripresa.

Qualcuno potrebbe parlare di coincidenza, qualcun altro potrebbe obiettare che non sempre il miracolo avviene (e perché ad alcuni sì, ad altri no?). 

Partiamo dall’obiezione della coincidenza.

Se siamo cristiani, possiamo a ragione credere che i miracoli esistano. Gesù guarì tante persone, incontrate lungo la strada. Nel Vangelo si dice anche, espressamente, che nel suo nome i discepoli avrebbero potuto operare guarigioni. E se Carlo Acutis non è stato – e continua ad essere nella vita eterna – un vero discepolo di Gesù, verrebbe da domandarsi chi lo sia…

Sulla seconda obiezione, certamente non sempre avvengono i miracoli sperati: non sempre le persone guariscono nel corpo. 

Lo stesso Carlo Acutis morì di leucemia, a soli quindici anni. La mamma, quando suo figlio si ammalò, fece pregare per lui interi monasteri. Eppure, più le persone pregavano, più le condizioni del ragazzo peggioravano. Per Antonia (così si chiama la mamma) era il segno che Dio aveva altri piani. In quel momento non capì quali, ma si fidò. Restò ancorata a quel Gesù tanto amato da Carlo. Come Marta e Maria che non capiscono la permissione della morte del fratello lazzaro, ma continuano a interloquire con Gesù, non gli voltano le spalle. Lo stesso ha fatto Antonia e oggi può affermare che la malattia del figlio non era per la morte, ma per la maggior gloria di Dio: “Vedo mio figlio più vivo ora di quando era con noi”. 

Dio aveva altri progetti per Carlo ma, per realizzarli, lui prima doveva raggiungerlo. È il mistero della morte e della resurrezione.

Leggi anche: 12 ottobre, la Chiesa venera il beato Carlo Acutis. Cosa insegna a noi la sua vita? (puntofamiglia.net)

La guarigione fisica è solo uno dei possibili miracoli che possiamo ottenere quando ci troviamo a vivere una situazione difficile. Vorrei fare un esempio per spiegarmi ancora meglio.

Qualche tempo fa, a Piacenza, proprio durante la presentazione di un mio libro dedicato a Carlo Acutis (“Sei nato originale, non vivere da fotocopia”, Mimep Docete), ebbi modo di ascoltare una testimonianza legata a Carlo. 

Una coppia ha raccontato che una volta si trovavano in un santuario, dove erano presenti delle reliquie del beato Carlo Acutis. La donna, A., nel profondo di sé, sentì una voce che le diceva, nell’intimo “Tranquilla, andrà tutto bene”. Le parve che fosse proprio Carlo a rassicurarla in quel modo, mentre pregava davanti alla reliquia. 

Eppure, non c’era nulla che stava andando male nella sua vita, in quel momento. Cosa doveva andare “tutto bene”? Non confidò a nessuno l’accaduto, neppure al marito. Custodiva quel messaggio nel suo cuore. E attendeva. 

Pochi giorni dopo, suo figlio si sentì male: gli fu diagnosticato un tumore al cervello. Il bambino non riuscì a guarire, proprio come Carlo, nonostante le tante preghiere, ma il miracolo avvenne: e fu il modo straordinario in cui visse la malattia. “Sempre tutto bene”, rispondeva il bambino a quanti domandavano come stesse. Lo disse fino all’ultimo. 

Ecco il miracolo: la gioia di vivere, la capacità di consolare i genitori, la forza – a soli sette anni! – di ringraziare Dio ogni volta che riusciva a camminare sulle sue gambe, la semplicità con cui diceva agli altri di non lamentarsi, ma di guardare sempre il lato positivo (E se lo diceva lui, dopo una chemio… le persone dovevano farlo per forza!). 

Divenne segno di contraddizione, manifestazione tangibile della grazia operante dello Spirito Santo nei cuori che gli appartengono.

Oggi i genitori di quel bambino – che è mancato da un paio d’anni – sono profondamente devoti a Carlo, nonostante il piccolo non sia stato salvato nel corpo. 

Raccontano che una volta, mentre era in coma, Carlo era apparso in sogno al bambino. Il piccolo, svegliatosi, si era mostrato quasi offeso, perché il posto dove Carlo diceva che lo avrebbe portato era così bello che lui voleva andarci subito: “Però mi ha detto che torna a prendermi: speriamo che lo farà!”, aveva concluso il suo racconto, lasciando sgomenti tutti. 

Ad un certo punto, anche se le sue condizioni sembravano stabili e il piccolo giocava addirittura in autonomia (i medici erano abbastanza fiduciosi), ha salutato i genitori: “Non si può tornare indietro dal Cielo, vero? Allora vi aspetto lì”. Quattro giorni dopo, inaspettatamente, è tornato in coma e, da quel momento, ha iniziato il suo viaggio verso quel luogo bellissimo, il Paradiso. Ci piace immaginare che sia stato proprio Carlo a venirlo a prendere, come “aveva promesso”.

Il giorno del funerale, alcuni hanno chiesto al papà perché Dio non avesse operato il miracolo. E il papà, pensando alla storia straordinaria del suo bambino, al suo sorriso inspiegabile, alla serenità con cui è andato incontro al Signore, ha risposto: “Perché il miracolo era lui”.

Che il prossimo santo, Carlo Acutis, continui ad intercedere per noi nel modo in cui Dio sa che ne abbiamo più bisogno e ravvivi in noi la certezza che il Signore è buono.

Ci ispiri a bussare: perché un miracolo, se Dio entra nella nostra vita, avviene SEMPRE. 

Se cercate un libro che racconti la storia di Carlo Acutis, adatto anche ai bambini, ecco di seguito un titolo: Carlo Acutis e il suo amico Gesù | Casa Editrice Mimep Docete




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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