CORRISPONDENZA FAMILIARE

È giunta l’ora delle nozze. Lo sguardo di una madre

20 Maggio 2024

Una madre accompagna la figlia al matrimonio. Nella lettera di oggi c’è tutta la trepidazione e la preoccupazione materna ma anche la consapevolezza che tutto è nelle mani di Dio e i genitori sono solo “collaboratori” della grande opera creatrice del Signore. 

Caro don Silvio,

è difficile raccontarti tutti i sentimenti che attraversano il cuore di una mamma quando si prepara a celebrare il matrimonio di una figlia. Sì, anche la mamma si prepara… non solo prepara l’evento in tutti i dettagli ma si prepara al distacco. 

Quando i figli sono piccoli, ad una mamma capita piuttosto spesso di proiettarsi nel futuro e immaginare il momento in cui li vedrà realizzarsi, sposarsi e mettere su famiglia. E quando poi li vede crescere, vive con angoscia e paura il cambiamento… il passaggio dall’infanzia all’età adulta… e prova quel naturale senso di inadeguatezza che attraversa il cuore di ogni mamma e accompagna tutta la vita perché ogni genitore vuole il meglio per i suoi figli e sa che, malgrado tutto l’amore, non può donarglielo. 

Man mano che crescono i figli diventano autonomi, fanno le loro scelte e … i loro errori. E cresce anche l’ansia di una mamma. Non può trattenerli, deve lasciarli andare e imparare a guardarli da lontano. Deve continuare a stringerli al cuore ma lasciando loro la libertà di diventare adulti e responsabili. 

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E poi giunge il tempo delle nozze, quello che segna il distacco. Un passaggio felice e… doloroso. Come un nuovo parto. Questo evento costringe a rileggere il passato: quante immagini tornano alla mente, quanti fatti accantonati riappaiono all’improvviso. E riemergono tutti i limiti, tutto quello che un genitore avrebbe voluto dare. Inevitabilmente si fanno strada anche i rimpianti, le occasioni perdute, il lavoro che ha sottratto tempo ed energie al dialogo con i figli, le parole inutili e quelle mancate.

La consapevolezza di non poter dare ai figli tutto quel che è necessario non ci fa cadere nell’amarezza, al contrario suscita una preghiera ancora più sincera. In fondo, siamo solo collaboratori di Dio. Abbiamo sempre pregato per i nostri figli, affidandoli a Colui che da sempre li conosce e li ama. Lo facciamo ancora di più nel momento in cui lasciano la culla domestica per dare inizio alla loro avventura nuziale. 

Una madre ha tante cose da dire e tante più cose da fare, specie nel tempo che precede la celebrazione nuziale. È un tempo ancora più carico di affanni e di preoccupazioni. È davvero difficile, per non dire impossibile, rispondere a tutti e conciliare tutte le necessità. E tuttavia, malgrado tutto ho deciso di intensificare la preghiera, partecipando ogni giorno a Messa. Ho anticipato la sveglia per correre alla prima Messa nel santuario più vicino e così affidare al buon Dio l’amore sincero e fragile di questi giovani, innamorati e desiderosi di eternità. Un piccolo dono che faccio agli sposi ma anche un’occasione per comprendere che tutto è nelle mani di Dio e Lui solo può portare a compimento l’opera che ha iniziato. 

Li affido anche alla tua preghiera. Non far mancare la parola e l’affetto, i nostri figli hanno più che mai bisogno di trovare sacerdoti che sanno nutrire la fede e orientare i passi dell’amore. Grazie per quello che hai fatto e continuerai a fare. 

Nunzia

Cara Nunzia,

la celebrazione nuziale di una figlia è un passaggio fondamentale nella vita di una famiglia, un passaggio non solo per lei ma anche per voi genitori, in modo tutto speciale per te. Una mamma vive con particolare ansia questi momenti così importanti e tu sai hai saputo descrivere molto bene quello che si agita nel tuo cuore. Grazie per queste confidenze. 

Una madre che ha scelto di vivere in casa-famiglia per accogliere i bambini ha riassunto così il suo ministero: aprire le braccia per accogliere e aprire le braccia per donare. Mi pare di poter applicare questa formula anche alla tua maternità. Negli ultimi mesi hai avuto modo di rivedere tutta la vita della tua bambina – una figlia resta sempre una bambina: la rivedi appena nata, i primi passi le prime parole; la rivedi ragazzina e adolescente, ripassi in rassegna tutti gli eventi più importanti e ora te la ritrovi donna, pronta e matura per fare il grande passo. E tu fai un passo indietro e devi seguirla da lontano. 

Come ha fatto Maria quando ha visto Gesù lasciare casa e iniziare il suo ministero pubblico. Lei sapeva che prima o poi doveva accadere, avrebbe voluto restare ancora più a lungo con Lui, godere la sua presenza, ascoltare le sue parole… ma sapeva che quel Figlio aveva una missione e ha fatto un passo indietro. 

Finora hai accompagnato i passi di Giusy e lo hai fatto, assieme al tuo sposo, con grande cura, con tutta le attenzioni e le premure di una madre. Ora devi aprire le braccia e donare questa figlia a colui che l’ha scelta come sposa. E devi aprire il cuore e affidarla al Padre celeste perché doni a questi sposi “grazia su grazia”. 

Il tuo ministero non è finito. Resta accanto, con discrezione. L’amore di una madre sa come accompagnare e quando intervenire per custodire la gioia dell’amore. Maria, che oggi invochiamo come Madre della Chiesa, ti aiuti a vivere questa nuova maternità. Ti abbraccio.

Don Silvio 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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