12 Aprile 2024

Moscati prescriveva ai giovani la cura dell’Eucaristia

“Dopo aver visitato alcuni infermi a Sassano, ci avviammo verso casa mia. Era già tardi ed egli era stanco del viaggio e della fatica. E dovevamo salire ad un paese vicino, Montesangiacomo. Smontammo dalla carrozza in piazza e passati dinnanzi alla chiesa, egli si accorse che il Santissimo era esposto. E volle entrare. Io lo seguivo. Egli si fermò nel mezzo della chiesa vasta e fredda e a a quell’ora quasi deserta e restò così, con la testa leggermente riversa e gli occhi fissi nella fonte di ogni luce che, di lontano, fra i ceri splendeva. Non so quanto tempo restò così. Io ero preso e invaso da quel suo ardore che egli mi comunicava con una dolcezza nuova” è Giovanni Marone allievo di san Giuseppe Moscati a parlare in una testimonianza rilasciata sul santo napoletano, medico dei poveri.

La Santa Eucaristia è per Moscati il centro e la luce di tutto il suo apostolato a favore dei malati e dei sofferenti. Ogni giorno partecipava alla Santa Messa, era felice se poteva anche servirla e faceva sempre la comunione. Viaggiava spesso di notte digiuno per potersi accostare all’Eucaristia l’indomani. Il 19 luglio 1923 il prof. Moscati in viaggio verso Edimburgo non può ricevere la comunione e annota con tristezza nel suo diario: “Oggi, mio Dio, sono stato senza di te”. A riprova dell’amore che egli nutriva per Gesù Eucaristia. Più di una volta ai giovani fiaccati dalla malattia prescriveva la “cura di Eucaristia” perché essa è la “sorgente di ogni fortezza”.

Meravigliosa una preghiera che egli stesso compose nel 1922 dopo aver scelto di donarsi totalmente a Dio facendo voto di castità nella Chiesa delle Sacramentine: “Mio Gesù, amore! Il vostro amore mi rende sublime, il vostro amore mi santifica! Mi volge non verso una sola creatura, ma a tutte le creature, all’infinita bellezza di tutti gli esseri, creati a vostra immagine e somiglianza”.

In san Giuseppe Moscati è l’amore di Dio che alimenta e sostiene l’amore al prossimo. Lui era un uomo innamorato di Dio. I santi non sono stati degli operatori sociali per quanto molti hanno contribuito e contribuiscono a risollevare i più poveri e i più disagiati e abbandonati del mondo. I santi hanno dato a Dio il posto di onore nel loro cuore e nella loro vita e questo ha permesso loro di risplendere nella carità. Lo scopo principale di tutta la sua professione di medico era quello di preparare i malati a ricevere la Comunione. Il padre gesuita Giovanni Aromatisi testimonia: “Una notte sono stato svegliato all’una per amministrare la Santa Comunione ad un infermo che stava per morire ed era stato preparato proprio da Giuseppe. In automobile io portavo la santa Comunione ed egli in ginocchio adorava Gesù”.

Nel giorno in cui ricordiamo la sua nascita (12 aprile 1927) non possiamo che ringraziare il buon Dio che ha donato uomini come Giuseppe Moscati per testimoniare a tutti noi la straordinaria presenza di Gesù nel mondo attraverso l’Eucaristia.



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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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