16 Marzo 2024

Perdere il sonno per aiutare gli altri

“Mia figlia stava male, era un giovedì sera. Diceva che non era la solita influenza, così siamo andati al pronto soccorso. L’hanno dimessa perché i sintomi erano generici, ma lei aveva una gran febbre. Il dottor Evangelista [ndr. che aveva visitato la ragazza al Pronto Soccorso] poi ha voluto approfondire a distanza di dodici ore. Non ci aveva avvisato, ha suonato alla porta. Con noi è stato molto cortese e ci ha spinto ad effettuare i controlli al reparto di neurologia”. A parlare è una madre, Catiuscia Gasparroni sulle colonne del Corriere della Sera.

La figlia quindicenne a gennaio si era ammalata per un’infezione che aveva aggredito il midollo spinale. L’adolescente era stata dimessa dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Fano per sintomi generici, ma poi era stata raggiunta a casa dal dottor Francesco Bernetti Evangelista, attualmente pensionato ma ancora in servizio in una cooperativa di supporto al Pronto soccorso. L’uomo aveva consigliato alla famiglia di rivolgersi al reparto di neurologia dell’ospedale Augusto Murri.

“In quell’ospedale non siamo mai stati un numero, siamo stati sempre seguiti con tutte le attenzioni del caso”: mamma Catiuscia tira un sospiro di sollievo dopo due mesi. L’intuizione di quel medico, che dopo il turno di notte invece di andare a casa a riposare aveva trovato l’indirizzo di casa e si era presentato alla porta, è stata provvidenziale. Un esempio non solo di ottima sanità ma anche di scrupoloso esercizio di coscienza nella propria professione.

Il dottor Bernetti Evangelista si difende dicendo che ha fatto solo il suo dovere e che non intende essere additato come un eroe. E difatti è così. È una storia di ordinaria fedeltà al proprio dovere che va oltre gli orari di lavoro. È anche una storia di speranza nell’umanità. Come è bello pensare che c’è qualcuno disposto a mettere le proprie esigenze da parte per aiutare gli altri, a perdere il sonno per qualcuno. Un frammento di quella carità che ha il sapore del mattino di Pasqua.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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