Padre Franco Beati è un missionario del PIME. Si trova nuovamente in Guinea Bissau, dove già aveva svolto la sua attività missionaria per alcuni anni prima di essere destinato comunità di Trentola Ducenta in provincia di Caserta. Dall’Africa manda richieste di aiuto e condivisioni della sua esperienza. Questo messaggio, arrivato il 7 marzo, ha il timbro di Dio. È una testimonianza meravigliosa, che profuma di vita e di fede autentica. Davanti alla propria vocazione si può scegliere due modi per viverla: tirare avanti, sopravvivere o spezzarsi per dare vita, come il seme caduto nella terra. Padre Franco ha scelto senza dubbio la seconda. Lascio a lui la parola:

“Genesi 22,1. Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abraamo e gli disse: «Abraamo!» Egli rispose: «Eccomi». Eccomi! Questa parola mi piaceva ripetere mentre mi preparavo a ricevere l’ordinazione diaconale e sacerdotale: “Eccomi!”. La scrissi pure sull’immagine della mia ordinazione. Lo dicevo certo con gioia e soprattutto con tanta ingenuità e fede. Come Abramo, forse lo dicevo senza sapere bene il peso e il sacrificio di questa parola. Oggi, conoscendo di più nella carne e sulla mia pelle la portata di questa parola, con fede, spiritualmente unito a Maria, a Gesù, ad Abramo, oso ripeterla ancora: “Eccomi!”.

Eccomi Signore Dio, mi abbandono a Te, nella mia miseria, nella mia fragilità, mi abbandono ancora a Te, anche se a volte fatico. Mi abbandono più consapevole che i frutti di questo mio sacrificio non dipenderanno da me ma dall’azione del tuo Santo Spirito. Abramo disse “Eccomi” senza sapere cosa il Signore gli stesse chiedendo. Disse “Eccomi” senza immaginare il peso del sacrificio a cui si preparava. Pure io dissi “Eccomi” nell’entusiasmo della gioventù, senza sapere bene cosa mi avrebbe aspettato.

Ora, da uomo maturo, ripeto “Eccomi”, cosciente di tutto il sacrificio di questa parola. Dico “Eccomi”, ma con tanta nostalgia dei miei cari là in Italia, con tanto desiderio di rivederli, di chiacchierare con loro in presenza. Dico “Eccomi”, a volte con la sensazione di versare la mia vita come l’acqua che si versa da un catino e si perde per terra, cioè con l’impressione che il mio operato e il mio ministero cadono a terra, nel vuoto, senza tanto interesse e attenzione da parte della gente. Dico “Eccomi” a Dio in un mondo e in una società che – perdonatemi se mi sbaglio – vanno in tutt’altra direzione rispetto a Dio, in un mondo e in una cultura in cui Dio, la Sua Parola e i Suoi Sacramenti sembrano essere l’ultima cosa che si cerchi.

Oso ridire “Eccomi”, pur nella mia fragilità e poca fede, certo che il Signore mi colmerà delle Sue benedizioni e renderà numerosa ed eterna la discendenza di quelli che si affidano a Lui. Dico “Eccomi!”, certo che il sacrificio di Cristo sulla croce non è stato invano, e che Cristo è uscito da quel sepolcro anche per me, per darmi la Vita Piena ed Eterna. Eccomi, Signore, dammi fede! Eccomi, continua in me la Tua Opera. Amen!”. Grazie Signore che per queste luci meravigliose.