L’AZIONE DEL MALE

Quelle sette falsamente cristiane che conducono alla morte: la storia di Alice e Pietro

Non molto tempo fa, ho avuto il dono di ascoltare una testimonianza forte e significativa. A parlare, Pietro e Alice, una coppia adescata da una setta che si presentava come cristiana, ma che, di fatto, conduceva lontano dal Dio di Gesù. Ciò che si faceva e si proponeva, infatti, aveva il sapore della morte, non della vita. Si citavano di continuo le scritture, ma in realtà venivano distorte…

Ha lasciato sgomenta l’Italia intera l’episodio di cronaca nera in cui un uomo, facente parte di una setta religiosa fanatica in provincia di Palermo, ha ucciso la moglie e due figli durante un rito che lui definiva di esorcismo, coinvolgendo addirittura la figlia minorenne, assieme ad altri due membri della setta. Il triplice assassinio sarebbe avvenuto dopo atroci torture.

Precisiamo subito che di esorcistico quegli assurdi e crudeli atti omicidi non avevano proprio nulla: il ministero dell’esorcismo è stato lasciato da Cristo ai suoi apostoli per portare pace nelle vite delle persone, non certo per massacrarle! 

È bene che i giornalisti, quando danno le notizie, non confondano i lettori usando termini impropri. È vero, l’assassino stesso ha usato quella parola (“esorcismo”), ma l’ha fatto a sproposito, pervertendo nel linguaggio – come nei fatti – il vero significato della pratica stessa.

Tra l’altro, in nome di chi e di quale mandato egli avrebbe potuto compiere un reale esorcismo? 

E se l’albero si riconosce dai frutti, in questo caso non servono nemmeno prove del fatto che quell’uomo ha agito in modo difforme da qualunque insegnamento cristiano e che non ha praticato nessun esorcismo. Basta vedere la follia delle sue gesta e riflettere su come, invece, vivono i seguaci di Gesù (danno la vita, non la tolgono) e su come operano gli esorcisti con un vero mandato (personalmente, nella mia vita, ne ho conosciuti alcuni: tutti sani di mente ed equilibrati, pur coi loro umani difetti). 

Il motivo del presente articolo è che questo drammatico racconto, oltre a suscitare in me un profondo senso di pietà per le povere vittime e anche per chi si è macchiato di questi atroci delitti, mi ha riportato alla mente un ricordo.

Un anno e mezzo fa, durante un ritiro per famiglie, ho avuto il dono di ascoltare una testimonianza di guarigione molto bella e significativa

A parlare, una coppia che era finita dentro ad una setta che si presentava come cristiana, ma che, di fatto, conduceva molto lontano dal Dio di Gesù.

Il gruppo citava di continuo le scritture, ma solo per adescare adepti tra i cristiani. Le scritture, infatti, venivano distorte al punto da far apparire il contrario di ciò che realmente insegnano.

Piccola riflessione: come ci si accorge che si stanno pervertendo le scritture? Se ciò che si fa dire loro non ci porta ad amare di più. Gesù stesso è categorico: “Da questo riconosceranno che siete miei amici, se vi amate gli uni gli altri” (Gv13,35).

Chi non ama non è dalla parte di Gesù, anche se ha quattro Bibbie in mano, anche se parla di presunti esorcismi contro il demonio. Anche se dice di avere le visioni. È l’amore l’unica cartina tornasole valida, l’unico indizio per riconoscere se siamo o no sulla via della santità. 

Leggi anche: Inizia il tempo di Quaresima: lasciamoci salvare con la confessione (puntofamiglia.net)

Tornando alla storia di Alice e Pietro, a gestire il presunto gruppo di preghiera che li aveva sedotti era una coppia di sposi con quattro figli. La caratteristica di questo gruppo era che, chi ne entrava a far parte, doveva sottomettersi – se non a voce, nei fatti – a tutto ciò che i fondatori comandavano: dal modo di vestire, al modo di pulire o di mangiare. Su tutto loro avevano potere decisionale, d’altronde, erano dei “nuovi profeti” e Dio dava loro potere di dire la verità su ogni cosa.

Una volta ottenuta la sudditanza psicologica su questioni di poco conto (scegliere un tipo di pizza piuttosto che un altro in un ristorante) iniziavano ad agire su altri livelli.

Una caratteristica inequivocabile del fatto che non avevano nulla di cristiano era che essi cercavano di portare divisione in ogni situazione. In particolare, aizzavano le mogli contro i mariti e viceversa. Sembrava avessero una particolare chiamata a distruggere matrimoni

Ricordo che Alice raccontava di quando i due capi della setta le dicevano che il marito era un demonio – e quindi doveva allontanarlo da sé – perché fumava qualche sigaretta. Alice e Pietro, che già avevano molte fragilità pregresse, una volta entrati nella setta hanno letteralmente iniziato a farsi la guerra. 

Lui restava più lucido, dinnanzi ai dettami dei santoni, e proprio per questo essi spingevano la moglie a prenderne le distanze: “tuo marito ti è di intralcio nel cammino verso la salvezza”. 

Rigirando le parole di Gesù, in cui Egli afferma che, se una mano ci è di intralcio è bene tagliarla, per entrare nel Regno dei Cieli, ad Alice dicevano di tagliare tutti i ponti con il marito, perché era il suo principale ostacolo nel rapporto con la setta e quindi con Dio.  

Pietro, quando riusciva a parlare con la moglie, le diceva che la vedeva cambiata, diversa. Lei rispondeva che era vero e che avrebbe fatto meglio a lasciarsi “salvare” anche lui, da quei due oracoli del Signore.

Alice era completamente fuori di sé. Viveva in un’ubbidienza cieca. Annullava sé stessa e non era più nemmeno capace di amare i suoi figli come avevano bisogno. Questi ultimi, adolescenti, vivevano la situazione con profondo disagio. La figlia, in particolare, ha pensato addirittura al suicidio.

Questa prova, però, non è durata per sempre. Alice e Pietro si sono separati, ma, seppur soggiogati e stremati, mantenevano un cuore propenso a conoscere il vero volto dell’amore di Dio.

La separazione è stata un momento chiave per riflettere su quale direzione avevano preso e per cambiare rotta.

Alice e Pietro hanno ricostruito, a piccoli passi, la loro vita e il loro matrimonio, anche grazie a delle nuove conoscenze, umili e disponibili. Hanno trovato nuovi amici, hanno incontrato dei veri cristiani. 

Sono riusciti a liberarsi dalla setta (non senza difficoltà e dopo aver ricevuto minacce) e hanno rimesso in piedi la loro famiglia.

Oggi fanno tesoro della sofferenza e testimoniano la Resurrezione. 

Sono guariti ormai da quattordici anni, si definiscono due coniugi nuovi. Due genitori nuovi. Hanno avuto anche il dono di diventare nonni, da parte di entrambi i figli, che ora sono felicemente sposati. 

Alice e Pietro hanno anche scritto un libro, sotto pseudonimo, per aiutare altri a stare in guardia da certe realtà. 

Vi lasciamo con un loro messaggio di speranza: “Ci siamo convertiti noi, insieme ai nostri figli. I sacramenti ora sono i nostri pilastri. Gesù viene al primo posto: se io sono amata dell’amore di Gesù, posso amare di quell’amore mio marito e i figli traggono beneficio di questo amore. E l’amore con Cristo cresce ogni giorno”.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.