GUERRA ISRAELE-PALESTINA

Bimba palestinese chiama i soccorsi, ma viene ritrovato il cadavere. Basta vittime innocenti!

La Chiesa si appresta a intraprendere il cammino della Quaresima. Non è solo un periodo dell’anno, non è solo un momento liturgico. È un’occasione propizia per riflettere sulle nostre vite, per aprirci alla conversione, per chiederci in quali modi stiamo crocifiggendo Gesù oggi. Un esempio? In Palestina e in tutti i luoghi dove i bambini sono le prime vittime della guerra.

Ieri, dopo aver festeggiato il carnevale con i miei bambini, spensieratamente mascherati, per il corso di una città, mi capita sotto agli occhi una notizia, che diventa un colpo al cuore e mi toglie il sonno: una bambina palestinese, dopo un assalto in cui è rimasta uccisa tutta la sua famiglia, terrorizzata, prende il primo cellulare che le capita sottomano e chiama la polizia per chiedere aiuto. 

La bambina ha sei anni, l’età di mio figlio.

La si descrive confusa, terrorizzata, in quella telefonata. E come potrebbe essere altrimenti? Dio mio, come si fa a non voler ribaltare il mondo, sapendo che dei fratelli e delle sorelle, piccoli e indifesi, si trovano a chiamare da soli, disperatamente, la polizia, con i propri cari uccisi davanti agli occhi?

Quanto il demonio è capace di renderci disumani?

Poco tempo dopo, viene trovato il cadavere della piccola. Non ce l’ha fatta, la sua vita è scivolata via.

Come facciamo a non capire che quella bambina è figlia di tutti? 

È figlia mia, che me ne stavo serena a festeggiare il carnevale, ma anche di chi volutamente ignora il dolore dei piccoli in nome dei privilegi dei potenti, in nome di alleanze comode.

Come facciamo a non capire che è figlia di chi sceglie la guerra, di chi l’alimenta, di chi mette al centro l’interesse economico e politico e dimentica che ogni vita umana vale più di tutto l’oro del mondo?

Leggi anche: Il dono delle lacrime: il pianto è legato alla conversione e al bisogno di salvezza (puntofamiglia.net)

E quella telefonata …quella telefonata è per ognuno di noi.

È Gesù che ci chiama e che, non trovando risposta, un giorno ci dirà che è morto sotto alle bombe, sepolto dal nostro egoismo.

E noi cosa risponderemo?

Io sono andata dai miei figli, li ho accarezzati, chiedendo a Dio che quella carezza arrivasse anche a lei, a quella bimba che meritava di sorridere, non di morire.

Gesù, che i bambini strappati da noi in questo modo ingiusto ci tolgano pace, ci si consumino le viscere nel ricordarli, che il loro grido inascoltato sia la sveglia più fastidiosa nei momenti di ozio, nei momenti in cui pensiamo solo a come accumulare di più, alle prossime vacanze, al conto in banca che scende perché il prezzo del gas è troppo alto. 

E il prezzo di tutte quelle vite? Perché ci pensiamo troppo poco? Perché non preghiamo di più?

Ecco un proposito per questa Quaresima: digiunare per loro, per tutte quelle vite trasparenti agli occhi dei potenti, per tutte quelle vite sacrificate in nome delle ideologie. Per tutti quei bambini che prendono in mano, disperati, un telefono, destinato a squillare a vuoto.

Quando stiamo per lamentarci della bolletta troppo alta o della risposta data di traverso dal vicino di casa, mordiamoci la lingua (anche questa è una forma di digiuno!) e offriamo le nostre piccole pene per tutti i bambini che devono sopportare pene indicibili, forse orfani, senza cibo, sfruttati, quando dovrebbero solo correre e giocare tra di loro, spensierati. 

Dio, salva questo mondo malato. 

Te lo chiediamo forte, anche per intercessione dei piccoli angeli volati a te troppo presto per colpa nostra.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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