“Ero incinta del secondo figlio. La gravidanza procedeva bene. Con mio marito andammo a comprare una culla usata. La signora che ci mostrò la culla disse che era nuova perché sua figlia era morta a causa della Trisomia 21. Quell’incontro mi mise nel cuore molta agitazione. Dovevo sapere se andava tutto bene così mi sottoposi all’amniocentesi. Ero alla tredicesima settimana di gestazione. Purtroppo, dopo quell’analisi persi quasi completamente il liquido amniotico. I medici consultati, da nord a sud, ci dissero che la bambina non poteva sopravvivere e ci consigliarono l’aborto terapeutico. Furono momenti difficili e dolorosi, ma una sola cosa era certa: non avremmo abortito”.
È Vanna a parlare, moglie di Alberto. Un giorno su suggerimento di un ginecologo, il dott. Paolo Martinelli, cominciarono a pregare Paolo VI, allora beato. Si sono recati a Brescia in un Santuario dedicato a lui. Sono entrati in chiesa. Hanno trovato sui banchi una preghiera per chiedere la grazia e hanno cominciato a pregare come forse mai nella vita.
Amanda è nata la notte di Natale, pesava 865 grammi. La data presunta per il parto era il 29 marzo. Tutta la gravidanza era stata all’insegna di un pensiero: “non ce la farà, morirà”. Ma nonostante tutte le difficoltà, la nascita prematura, la gravidanza senza liquido amniotico, Amanda non ha riportato nessuna conseguenza. Sana come un pesce. I medici alla fine sono stati costretti a dichiarare che la nascita della piccola non è scientificamente spiegabile.
“Sono sempre stata credente e cattolica, con il senno di poi, penso che la mia reale conversione sia avvenuta quando abbiamo chiuso la porta all’aborto. Ma spesso accade che quando la scienza si ferma inizia la coscienza, ed è lì che il Signore opera miracoli” dice Vanna. Anche il nome Amanda ha un bel significato, vuol dire “essere amata”. È il messaggio che papa Montini ci ha consegnato nell’Humanae vitae: solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell’essere umano.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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