Il bene è contagioso, il bene affascina e genera un forte desiderio di vivere… bene. Nel Caffè sospeso di oggi, lascio la parola a Giovanni. Sposato con Agnese, hanno tre figli e vivono a Monterotondo, una cittadina del Lazio. Racconta in questo episodio molto gustoso, un momento di vita familiare con la figlia Francesca di dieci anni. Più che nelle parole il bene si trasmette nei fatti.
“Sono figlio di un operaio e, fin da piccolo, papà mi ha insegnato a non perdere tempo, a non stare troppo a letto ad oziare. Oggi, a 45 anni suonati, mi sveglio quando è ancora buio anche se non devo “correre” a lavoro, ma mi piace stare a letto a pregare e pensare. Questa mattina il pensiero è andato verso alcune frasi di nostra figlia Francesca: la piccola pone delle domande che mettono me e la mamma in crisi profonda (in genitori modesti come me generano il panico).
Ieri tornato presto da lavoro, io e mia figlia Francesca ci siamo allegramente incamminati per andare alla Biblioteca comunale di Monterotondo per rendere un libro. Mentre si parlava della bellezza di poterci muovere a piedi per la città, della necessità di inquinare di meno, del problema delle cacchette di cane sui marciapiedi (anche questo è un grande questione per la collettività), la piccola Francesca si ammutolisce e decide di mettermi in difficoltà: “Papà perché dobbiamo essere giusti?”.
Nel mio piccolo cervello si avvia un processo di panico: “Che dire? Che rispondere?”. All’improvviso ha iniziato a fare caldo, veramente caldo. Mentre emettevo suoni per prendere tempo, la nostra attenzione viene richiamata da una piccola autovettura che, nel percorrere, a velocità troppo sostenuta, le strade del centro storico, resta letteralmente incastrata con un’altra parcheggiata. Andando avanti e indietro per districarsi, causa all’auto ferma diversi danni prima di scappare via. Francesca ed io corriamo e riusciamo a prendere i dati della macchina. Li trascriviamo su un biglietto dell’autobus che avevo in tasca per lasciarli al proprietario dell’autovettura parcheggiata.
Francesca resta colpita da questo “momento adrenalinico”. Faccio così tesoro di quanto successo per ricordarle che quello che abbiamo fatto è proprio quello che fanno i giusti: sarebbe stato molto più facile girarsi dall’altra parte, non farsi coinvolgere da situazioni come quelle (in cui necessariamente si dovrà andare a testimoniare i fatti), abbiamo “sprecato” un biglietto dell’autobus nuovo… eppure abbiamo generato un circolo di bene, abbiamo dimostrato ai tanti adulti presenti che c’è chi cerca il bene.
Mi piace tanto pensare che noi genitori non dobbiamo e non saremo mai perfetti, ma proprio a noi vengono consegnati i dubbi e i cuori dei figli, ed allora affidiamoci al buon Dio perché almeno possiamo provare ad essere affidabili”.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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