Il Natale è più bello se lo trascorri con i bambini. La loro gioia, la forza dei racconti, che nei loro occhi diventa stupore, è contagiosa. Avvolge il cuore di una speranza sempre nuova. Il 14 dicembre ad Angri (SA) nel fiabesco Castello Doria abbiamo organizzato in collaborazione con Magic Castle, la festa con i bambini delle Oasi di Progetto Famiglia e i figli delle famiglie, assistite sul territorio dall’Associazione, che ha la sua sede principale presso la Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone”.
Elfi, personaggi Disney e un bellissimo Babbo Natale hanno rallegrato la serata con laboratori, balli e un itinerario nel fantastico mondo magico del castello. Accogliamo i bambini insieme agli animatori all’ingresso. Sono tutti eccitati e felici. Tra loro non posso fare a meno di notare un bambino biondo che fa fatica a salire le scale del castello. I suoi movimenti sono scoordinati. Lo aiuto. La mamma e il papà salgono dietro con l’altro fratellino più piccolo. Durante la serata lo osservo. Noto l’apprensione della mamma che lo segue senza perderlo mai di vista.
Angela, la responsabile dell’associazione che segue le famiglie, nota forse il mio interesse e si avvicina e mi dice che il piccolino, tre anni, ha un grave tumore. In un attimo incrocio gli occhi della mamma e lei capisce che io so. Ci sono sguardi che vanno al di là delle parole. Ad un certo punto il bambino si avvicina e mi dice che il regalo che gli è capitato non gli piace proprio, lui vuole Spiderman che sta nell’espositore dei giocattoli che Hasbro ha inviato a Progetto Famiglia. Non si potrebbe fare, sono lì solo per fare da pubblicità allo sponsor. Ma chi se ne frega! Scavalco la corda che delimitava l’area e vado a prenderglielo. Il bambino fa il tifo per me. Capisce che sto facendo una cosa fuori dalle regole. Mi attende con le braccine esili alzate in segno di vittoria. Quando gli consegno il suo eroe a giocattolo lo abbraccia forte a sé. Alzo gli occhi e incrocio di nuovo quelli della madre. Traboccano di lacrime. Che il buon Dio ascolti e raccolga le lacrime di una madre.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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