EDUCAZIONE DEI FIGLI
Pediatra Carla Tomasini: “Date delle regole ai bambini, anche se costa, anche se piangono…”
La pediatra Carla Tomasini avverte i genitori: “È nei primi anni di vita che si costruiscono il futuro uomo e la futura donna, ricordatelo. Avete una responsabilità immensa. Date delle regole ai bambini, anche se costa, anche se piangono. Non sentitevi cattivi genitori se il vostro cucciolo ci resta male. Passerà, ma si porta a casa una autoregolazione che resta per la vita”.
In un lungo post, la pediatra influencer Carla Tomasini, conosciuta da tutti i genitori sui social come Pediatra Carla, interviene sul caso della povera Giulia Cecchettin e in generale sulla spirale di violenza di genere verso le donne. Molte le condivisioni sui social delle sue parole che fanno riflettere genitori e non.
“Per qualche giorno parleranno tutti del caso di Giulia, – scrive la pediatra Carla – ognuno avrà da dire la sua. Poi scenderà nel dimenticatoio e le cose torneranno come prima. La legislazione deve cambiare, siamo tutti d’accordo. La scuola può fare la sua parte, siamo tutti d’accordo. La cultura generale deve cambiare, siamo tutti d’accordo. Però…”.
E poi l’appello ai genitori: “È nei primi anni di vita che si costruiscono il futuro uomo e la futura donna, ricordatelo. Avete una responsabilità immensa. I social vi stanno vendendo un’illusione, quella del figlio sempre felice e del genitore perfetto e prestante. È una fiaba. Non esiste. Date delle regole ai bambini, anche se costa, anche se piangono. Non sentitevi cattivi genitori se il vostro cucciolo ci resta male. Passerà, ma si porta a casa una autoregolazione che resta per la vita”.
E spiega: “Serve ‘stare’ un po’ in quella frustrazione. Quei minuti di tristezza sono una grande opportunità: innanzitutto per trovare strategie per superarla in noi e non nell’altro, per diventare individui capaci di accettare che non tutto il mondo gira come vogliamo e gli altri non faranno sempre ciò che vogliamo, che nella vita dovremo accettare dei ‘no’ e farcene una ragione. Dentro quel momento di ‘contenimento’ il bambino fa un grande lavoro: cresce, matura, fa sua quella regola, ma soprattutto fa sua l’autoregolazione”.
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“Se non sappiamo farci ascoltare quando hanno 5 anni per togliere lo smartphone dalle mani… che faranno a 15? A 25? A 35?” conclude l’influencer Pediatra Carla.
Già, il cellulare.
I pediatri di Sipps (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) promuovono la campagna “Ora che lo so. Il cellulare può aspettare” per mettere in guardia sui possibili rischi dell’utilizzo del cellulare in mano ai più piccoli, ma anche sugli effetti negativi di un’interazione con mamma e papà che diventa a singhiozzo, costantemente interrotta da messaggi e chat.Il cellulare non è una baby-sitter e non può servire a tenere buoni i bambini mentre si mangia. No a smartphone, tablet o pc nelle mani di bambini che non hanno ancora due anni, e ‘no’ anche a genitori intenti a rispondere a chat e messaggi mentre stanno giocando con i bambini o alle mamme incollate ai social mentre allattano un neonato. Se ne è parlato al XXXV Congresso della società a Bologna a fine novembre scorso. La campagna di sensibilizzazione contro l’uso degli schermi digitali sotto i 2 anni vuole accendere i riflettori su una nuova emergenza, quella legata alle tecnologie digitali che, pur rappresentando una parte integrante dei processi di comunicazione, relazione e apprendimento di bambini, bambine e adolescenti soprattutto durante l’emergenza pandemica, svelano dei contorni di pericolosità legati al loro errato utilizzo o addirittura abuso. Chiusura nel proprio mondo, relazioni superficiali, aggressività nascosta, noia, dipendenza emozionale, povertà di linguaggio, spiritualità assente… sono solo alcuni aspetti di un’emergenza che intrappola anche gli adulti.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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