MATRIMONIO CRISTIANO
Due sposi raccontano: “Abbiamo permesso al diavolo di rovinare il nostro matrimonio
Due sposi, che si sono lasciati per poi ritrovarsi dopo la conversione personale di ciascuno, raccontano quanto male sono riusciti a farsi in ventitré anni di matrimonio, in particolare nella sfera dell’intimità… Oggi credono nell’esistenza del demonio, che odia il matrimonio e la famiglia. Però si dicono risorti, testimoniando la potenza del sacramento del matrimonio…
Oggi vorrei parlarvi di due coniugi che hanno saputo distruggere come pochi il loro matrimonio, ma che, poi, l’hanno visto rinascere, mediante la grazia del Sacramento del matrimonio. Sarebbe più coretto dire che questo matrimonio, però, non lo hanno distrutto da soli, perché ognuno di noi ha un nemico dell’anima – e nemico del matrimonio, pensato per il bene degli uomini e delle donne. Sì, il demonio esiste. E loro, finiti per un periodo anche in una setta, oggi lo affermano con forza.
Io li ho conosciuti a Casale Monferrato, durante un incontro per famiglie, dove venivano ad offrire una preziosa testimonianza.
“In genere – raccontarono – l’incontro con Gesù avviene quando ci si trova con le spalle al muro e così è successo a noi. Lo abbiamo incontrato durante la separazione. In questa situazione drammatica abbiamo chiesto aiuto al cielo, ciascuno personalmente, in due modi diversi, in due città diverse. E Gesù ha risposto. Ora possiamo e vogliamo dire a tutti: confidate nella potenza del sacramento del matrimonio. Usatelo! Avete una Ferrari tra le mani e la guidate a 30Km/h. Che spreco. Che noia”.
Prima di arrivare a questa consapevolezza, i due si sono procurati molte ferite, in tutti gli ambiti dello stare insieme. Prima di tutto – non hanno vergogna a dirlo – si sono fatti del male nell’ambito dell’intimità coniugale. Il demonio, infatti, tenta i coniugi soprattutto nel loro legame più intimo e più bello.
Questi sposi hanno capito infatti che il fulcro del matrimonio è l’unione dell’uomo e della donna in una sola carne. A tal proposito affermano: “gli sposi si feriscono profondamente proprio quando devono diventare una sola carne. È quello il momento in cui lo Spirito Santo scende sulla coppia unita nel sacro vincolo del matrimonio e ravviva il loro amore riempiendolo di grazia, che si riverserà su tutta la famiglia”. Ma in che modo due sposi possono ferirsi nel letto nuziale? In che modo il sesso smette di essere vincolo di unione e diventa causa di distruzione?
Esiste, a detta loro, “un modo offensivo ed egoistico di approcciarsi al rapporto intimo coniugale …quell’atto che dovrebbe far crescere la coppia nella comunione, nell’amore e nella santità è invece il primo a subire gli effetti del tempo”. Notano come da fidanzati sia molto più semplice avere rapporti sessuali, mentre col passare del tempo tante coppie o non vivono la sfera intima o la vivono controvoglia e raramente, senza coinvolgimento, senza amore reale ed effettivo.
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Purtroppo, capita che nella sfera dell’intimità – senza arrivare a situazioni gravi di abuso fisico o psicologico – si usino dei ricatti morali, magari subdoli; ci si umili a vicenda quando la prestazione non è quella desiderata, si “pretenda il dovere coniugale”, invece di accogliere e comprendere l’altro o l’altra e di rispettare i suoi tempi. Capita che il marito o la moglie siano guardati e trattati senza rispetto, senza cura, senza tenerezza, che si cerchi solo il proprio appagamento, senza saper guardare neppure negli occhi la persona con cui si sta diventando una carne sola.
Così si perde la vera bellezza dell’unione sponsale.
Con la loro conversione, avvenuta dopo ventitré anni di fallimenti accumulati, i due coniugi hanno scoperto qualcosa di meraviglioso: “Questo atto, se vissuto come donazione totale di sé e non come atto egoistico, diventa col tempo sempre più puro, ci trasforma in persone sempre più rispettose dell’altro, accresce la comunione tra noi e favorisce l’amore e la fiducia reciproci”.
Ricordando la loro testimonianza, ho chiesto ai coniugi in questione di poter scrivere la prefazione del mio ultimo romanzo: “L’arte di rovinare i matrimoni” (Mimep Docete, 14 euro), che mette in scena il confronto serrato tra due diavoli specializzati nell’attaccare la famiglia per creare delle crisi e possibilmente distruggerla, proprio come il demonio ha fatto nella realtà con loro.
Protagonisti del libro sono Luca e Alice, due ragazzi inventati, che si sono sposati fermamente convinti di amarsi, ma che poi hanno iniziato a vacillare, sotto il peso delle prove della vita. Uno dei punti chiave di questa crisi è proprio l’allontanamento fisico, che nel matrimonio è fondamentale. Questi sposi arrivano a perdersi, tuttavia, anche perché hanno perduto la loro fiducia in Dio, perché hanno smesso di rivolgersi a Lui per superare le difficoltà.
Se non abbiamo l’umiltà di chiedere aiuto a Lui, che ci conosce e vuole solo il bene per noi, il demonio, purtroppo, trova terreno fertile e può davvero rovinare anche il matrimonio più bello.
La storia è ambientata a tratti sulla Terra, a tratti all’Inferno, ma con lo sguardo sempre rivolto al Paradiso, non banalizza l’esistenza del demonio, né vuole terrorizzare il lettore. Utilizzando un racconto di fantasia, simile ad una favola moderna che segue le orme di Le lettere di Berlicche di C.S. Lewis, si vuole offrire un piccolo aiuto per ritrovare la fede nell’Onnipotente, anche di fronte alle tentazioni più grandi e nel sacramento del matrimonio (mostrando che la presenza di Cristo è reale, come lo è in tutti gli altri sacramenti!).
Smascherando gli inganni del diavolo e mostrando la superiorità di Dio, proprio come fecero quei due coniugi durante l’incontro per famiglie, vorrei che le coppie arrivassero a chiedersi: “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”
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