HALLOWEEN

Halloween sempre più presente nelle scuole, Natale sempre meno. Perché?

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Halloween è un costume che non appartiene alla nostra cultura, anche se è entrato con forza nella società e ormai fa parte della nostra società. Evitare che i bambini respirino quest’aria, ad ottobre, è praticamente impossibile. Io, però, spiego ai miei figli che dobbiamo prediligere la luce al buio…

Qualche giorno fa, mio figlio è tornato a casa chiedendomi: “Mamma, ma sempre questo Halloween… quando finisce?”.

Frequenta la prima elementare ed è dal 12 ottobre che a scuola, per ogni materia, le maestre scelgono materiale, schede, disegni, lavoretti e canzoni a tema. 

Così, ogni giorno l’aula si riempie di teschi, fantasmi, mostri, canzoni che evocano – scherzosamente ma poi forse mica tanto! – gli spiriti che “vagano nell’aria” per fare dispetti ai bambini.

Qualche notte fa mio figlio si è svegliato urlando, io e il padre siamo corsi nella sua camera. Aveva sognato che sotto al suo letto ci fossero tre fantasmi con gli occhi cattivi e ha voluto dormire con noi per il resto della nottata.

Ora: io non voglio essere una madre allarmista, di quelle che te le ritrovi davanti alla scuola per discutere con le insegnanti per ogni decisione presa in classe. 

Mi sarà consentito, però, di dire che così è troppo? Si possono passare intere settimane in compagnia di scheletri e fantasmi a sei anni?

Halloween è un costume che non appartiene alla nostra cultura, anche se, ne sono consapevole, è entrato con forza nella società e ormai fa parte della nostra società. Evitare che i bambini respirino quest’aria, ad ottobre, è praticamente impossibile. I negozi vengono addobbati, le strade si riempiono di maschere. In questo mondo dobbiamo viverci. 

Io, però, spiego ai miei figli che dobbiamo prediligere la luce al buio, che non serve parlare di mostri un mese senza tregua per esorcizzare la paura della morte o del male: a noi basta il Salvatore, quel Dio fatto uomo che festeggiamo a Natale

Leggi anche: Halloween o Tutti i Santi, cosa festeggiare? (puntofamiglia.net)

A noi bastano i santi, che hanno vissuto già qui con un piede nella vita eterna e che la morte – soprattutto quella interiore, quella del peccato – l’hanno vinta con Cristo, appunto, non invocando il fantasmino. 

Perché non parlare anche – anzi, soprattutto se siamo cristiani – della festa del primo novembre? Perché non proporre immagini, attività, video, giochi anche nelle nostre parrocchie per far conoscere i santi ai bambini?

Sono certa che non manchino iniziative in questo senso, solo che fanno poco rumore. 

Viviamo in un’era scristianizzata, dove i costumi pagani sono più evidenti e le feste cristiane messe sempre più ai margini per un presunto rispetto “di chi è diverso”.

Quando sento simili ragionamenti, faccio davvero fatica ad accettare che mio figlio, cristiano, debba subire con prepotenza (durante ogni ora e per ogni materia scolastica!) l’invadenza di una festa che cozza fortemente con la fede che noi stiamo trasmettendo. 

Anche lui, mio figlio – mi sia permesso – è il “diverso” che Halloween ferisce e fa sentire escluso, visto che noi non lo festeggiamo e anzi lo evitiamo se possiamo, mostrandoci in disaccordo con la scelta di queste proposte (e lui, come è normale, si sente diviso tra noi e le insegnanti).

Ad ogni modo, senza scendere in ulteriori polemiche, vi invito, se volete, a commentare questo articolo e a raccontarci cosa si organizza nelle vostre diocesi per la festa di tutti i santi, così da dare idee ad altri, anche per i prossimi anni.

Non è estirpando la zizzania che costruiamo il Regno di Dio, ma seminando grano.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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