GIAMBRUNO-MELONI
Meloni, Giambruno e gli attacchi politici contro la famiglia naturale
La crisi tra Meloni e Giambruno è diventata un caso politico e ha prestato il fianco ad attacchi alla famiglia naturale. La Littizzetto, ad esempio, afferma, rivolgendosi alla premier: “Come vedi, la triade santa papà, mamma e bambino è saltata ancora una volta e non basterà una pesca a salvarla”. Una narrazione forviante, che va smontata: la famiglia è segnata dal peccato, sì, ma va purificata, non annientata.
I fuorionda contenenti frasi sessiste e volgari di Andrea Giambruno, ex compagno del premier Giorgia Meloni, riportati dal noto tg satirico Striscia la Notizia, sono diventati – come era scontato che fosse – un caso politico.
In primis perché pare si tratti di un attacco mirato e studiato ad hoc contro la Meloni da parte di esponenti di destra legati a Mediaset (sono solo illazioni, al momento, e come tali ve le riportiamo), e poi perché la messa in onda di queste registrazioni hanno portato ad una separazione repentina tra la presidente del consiglio e il giornalista (a quanto pare già separati in casa).
Ebbene, il crollo della famiglia di una premier che ha sempre fatto della difesa dell’istituzione della famiglia il suo vessillo non poteva che prestare il fianco a chi sostiene che l’unione uomo-donna non abbia nulla di più rispetto ad altri “tipi” di famiglia (monoparentali o composte da coppie omoaffettive).
Basta farsi un giretto sui social per leggere migliaia di commenti denigratori, non solo verso Giambruno (in particolare da parte delle donne), non solo verso la Meloni (dai suoi avversari), ma anche verso la cosiddetta “famiglia tradizionale”. Molti incalzano sul fatto che la “triade perfetta mamma-papà-bambino” ha fatto acqua anche stavolta.
Prendiamo un esempio tra tutti, per parlare di questo tema: la lettera di Luciana Littizzetto dedicata proprio alla premier, in cui la comica approfitta della situazione Giambruno-Meloni per smontare l’idea che la famiglia naturale sia “l’unica possibile”, facendo eco a chi, nell’opposizione del governo, ritiene la famiglia naturale una delle possibilità, ma non certo la sola e la più funzionale, anzi.
Ecco alcuni passaggi dello scritto della Littizzetto:
Non eravate nemmeno una famiglia tradizionale quindi vi risparmiate anche il divorzio. (…) Volevo dirti che è capitato a tutte di innamorarsi di uno sciocco. Quando ti innamori, magari in lui noti già una certa carenza di neuroni, ma pensi “Io lo cambierò”. Ma gli uomini non li cambi nemmeno se hai conservato lo scontrino. E alla fine ti ritrovi un pistola con le mani sul pacco a controllare genitale 1 e genitale 2. Sono certa che, se si vedessero i fuori onda di tutti i mariti italiani, forse di matrimoni se ne salverebbero la metà. Ps: Come vedi, la triade santa papà, mamma e bambino è saltata ancora una volta e non basterà una pesca a salvarla.
Di certo, non può essere la separazione di una premier il metro di misura per stabilire cosa si possa chiamare famiglia e cosa no. Né è sufficiente guardare alla Meloni per decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Dovremmo aver superato l’idea dell’imperatore-dio.
Alla Meloni chiediamo che ci aiuti ad arrivare decentemente a fine mese, non che ci insegni come avere la vita eterna.
Inoltre, è bene ricordare che dietro alla figura istituzionale di un premier c’è sempre un essere umano, esattamente come ognuno di noi. Che può sbagliare, farsi male, soffrire; soprattutto se di mezzo ci sono relazioni fondanti.
Mettere su una famiglia unita, che abbia alla base un amore vero, è un lavoro di artigianato complesso e sofisticato: non tutti, purtroppo, hanno ricevuto gli strumenti per attuarlo, pur desiderandolo, magari, nel loro cuore.
A volte, quando guardo i miei figli disegnare, mi accorgo che sono frustrati, perché in mente, magari, hanno una casa bellissima, dei balconi rifiniti, dei fiori perfetti, ma poi sul foglio non riescono a riprodurre tutto quello che hanno immaginato.
Con l’amore succede un po’ questo: ognuno di noi lo desidera, ognuno vuole qualcosa di grande, ognuno ha dentro un desiderio di amore eterno e puro, ma poi realizzare un matrimonio felice, in cui l’amore cresca invece di appassire, non è affatto scontato: è un’impresa. I desideri non bastano, come non bastano per dipingere un’opera d’arte.
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Più lavoro sulla mia vita di coppia, più riconosco che da sola non ce l’avrei mai fatta: senza l’aiuto di coppie più sagge, senza dei percorsi che mi aiutassero a sviscerare l’amore umano, senza letture edificanti o catechesi che mi aiutassero ad affinare il mio stare con l’altro.
Non riuscirei ad amare come vorrei, senza la confessione, senza l’eucaristia, senza il sacramento del matrimonio… senza Dio.
Non è falsa modestia, è la realtà: nessuno si salva da solo e nessuno impara ad amare da solo. Se non lo avessi capito, io oggi non potrei vivere un matrimonio degno di questo nome.
Riconosco la mia povertà, perciò non giudico le coppie che scoppiano, che sbattono la testa contro il peccato, una realtà irriducibile nella vita di ogni donna e ogni uomo. Anzi, da cristiana, sento il dovere di offrire un messaggio di speranza, di salvezza a tutti questi feriti nel campo di battaglia: esiste un Medico potente, che può sanare i vostri cuori.
Invece di desiderare l’annientamento della famiglia, perché fa acqua da tutte le parti, dovremmo chiederci come fare per curarla.
Anche io, personalmente, sono rimasta addolorata per questa vicenda, pensando ai diretti interessati (non dimentichiamo la figlia della coppia) ma anche a tutte le conseguenze che ha sulla nostra società assistere continuamente a divorzi e separazioni dolorose. E mi sono chiesta: davvero non possiamo fare di più per prevenire certi disastri?
Qualcuno potrebbe pensare: “Con tutti i problemi che ci sono nel mondo noi stiamo ad occuparci di Giambruno e Meloni”. Certo che sì, perché le difficoltà nella costruzione di una relazione autentica riguardano – come afferma la Littizzetto – ad essere ottimisti la metà delle nostre famiglie, complice la cultura del “vietato vietare”, che ha normalizzato tutto, anche i comportamenti di Giambruno per cui oggi tutta Italia si scandalizza.
Ancora una volta, ci soffermiamo sul mostro, ma non ci chiediamo di cosa si è nutrito, per diventare tale.
Qualche giorno fa, sono stata chiamata in un liceo cattolico di Bologna per parlare di affettività, amore, sessualità, castità. In una classe, ho spiegato perché la pornografia fosse sbagliata, ritrovandomi quasi tutti gli alunni contro.
Per loro non c’è nulla di male a guardare pornografia, ognuno può fare del suo corpo ciò che vuole, non esiste un modo giusto e un modo sbagliato per vivere la sessualità.
Questo ci raccontiamo e raccontiamo a chi sta diventando grande. Poi ci stupiamo se i “maschi” parlano come l’ex compagno di Meloni?
A Fabio Fazio, che invita una Littizzetto scandalizzata per le volgarità di Giambruno, ma al tempo stesso, nel suo salotto, difende la presenza a Sanremo di artisti come Achille Lauro, che promuovono l’uso smisurato di droga o l’“amore” poligamo (lo stesso “amore” poligamo dei fuorionda di Giambruno…), chiederei un po’ di coerenza.
Perché non possiamo essere puritani solo quando dobbiamo attaccare la premier e la sua idea di famiglia. La purezza è un bene da salvaguardare sempre.
Le famiglie crollano perché ai giovani non stiamo insegnando ad amare, e voi personaggi pubblici siete i primi a deviare i loro cuori, a confonderli, con i messaggi che dell’amore non hanno più nulla.
Non possiamo dire che va tutto bene, finché non si diventa il first gentleman di un premier donna, col credo politico diverso dal proprio. Il nostro parlare sia “sì sì” e “no no”. Il di più, lo sappiamo, viene dal maligno.
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