Insegnerò ai miei tre figli che esistono mali morali da evitare, anche se non sono reati

di Francesco Arnaldi

È illegale ubriacarsi? No. Nessuna legge lo vieta. È illegale tradire il proprio partner o coniuge? Assolutamente no. Insegnerò ai miei figli a rispettare la legge? Certamente. Ma il mio insegnamento non si fermerà lì. Dirò anche loro che ci sono tutta una serie di cose che sono sbagliate a prescindere dal fatto che siano permesse o meno dallo Stato…

Ho due figlie, una di quattro anni e una di quasi tre. E, come ogni genitore, leggo con malcelata angoscia le notizie di stupri e violenze che ormai sgomitano per prendersi la prima pagina sui principali quotidiani nazionali.  

Il mio problema principale, adesso, è ricordarmi di mettere la borraccia dell’acqua e il bavaglino nello zaino dell’asilo.  Ho un figlio maschio che ha appena iniziato la prima elementare, e ogni mattina controlliamo che la sua cartella sia ben preparata, con quaderni, libri, astuccio. Una bella fatica, ma una routine quasi consolidata. 

Adesso devo insegnare ai miei figli a mettersi i pantaloni dal verso giusto e a mettersi la merendina nello zaino. Tra poco (anni, ma che sembreranno giorni) i miei figli “entreranno in società”. Oh, non ci sarà un ballo di gala o una presentazione a corte, ma prima che io me ne accorga mio figlio mi chiederà di uscire al pub con i compagni del liceo, la mia seconda figlia mi chiederà se può andare a ballare e la terza se Tizio può passarla a prendere per portarla a una festa. E io probabilmente fisserò con sgomento lo zainetto a forma di giraffa chiedendomi come siamo passati dal “papà posso guardare Frozen?” al “papà posso andare in quel locale?”.

Nel mondo ci sono persone buone, e persone cattive. O meglio, persone che compiono azioni buone, e persone che compiono azioni cattive. Come valutiamo questo? 

Poniamo la questione in campo educativo: abbiamo tre figli, ci mettiamo lì e proviamo a dir loro che quella cosa è giusta, quell’altra è sbagliata, e così via. 

Il lavoro è lungo. Si inizia con: “non strappare il peluche a tua sorella!”, e si finisce con un “ubriacarti è sbagliato, stai attenta!”. Tra queste due frasi possono passare quindici anni, ma a noi sembrano un giorno e mezzo.

Uno deve avere ben chiaro ciò che sta per insegnare, prima di aprire bocca. Io, che “testo base” uso per insegnare il modo di comportarsi ai miei figli? Perché, in fondo in fondo, io gli sto insegnando una morale. Ovvero, un insieme di regole su come comportarsi, o non comportarsi con le altre persone. 

Leggi anche: “I tuoi figli impareranno ad amare guardando come ami la loro mamma”: un papà racconta… (puntofamiglia.net)

E qui sta il punto. Esiste ciò che è legale, e ciò che è illegale. E poi esiste ciò che è giusto, e ciò che è sbagliato. Il problema, è che si fa un po’ di confusione tra queste due categorie. 

Sapete cos’è, tra le altre cose, una dittatura? Un posto in cui lo Stato decide ciò che è morale e cosa no. E poi lo assurge a norma giuridica. Si chiama Stato etico. Un sistema in cui è lo Stato a dirti ciò che è giusto o sbagliato, e fa di questa valutazione una norma di legge.

Grazie al cielo, siamo ormai lontani, qui in Italia, da un rischio del genere, ma stiamo degenerando in un nuovo tipo di cultura. Nessuno pensa più che ciò che è immorale debba essere anche illegale, ma sempre di più ci avviciniamo a una cultura che pensa che, solo perché una cosa sia legale, sia anche lecita moralmente. 

È illegale ubriacarsi? No. Nessuna legge lo vieta. È illegale tradire il proprio partner o coniuge? Assolutamente no. Non viviamo in un sistema giuridico che punisce i comportamenti immorali, ma assurgere le leggi a nuovo metro di giudizio della morale è il nuovo male del nostro tempo.

Non siamo caduti nell’errore dello Stato etico, in cui ciò che immorale è illegale, ma siamo in un nuovo modello culturale, in cui tutto ciò che è legale è percepito come lecito moralmente. 

Insegnerò ai miei figli a rispettare la legge? Certamente. Ma il mio insegnamento non si fermerà lì. Dirò anche loro che ci sono tutta una serie di cose che sono sbagliate a prescindere dal fatto che siano permesse o meno. Insegnerò ai miei figli a non ubriacarsi, darò loro un orario di rientro serale consono alla loro età, farò in modo che la legge morale che parla al loro cuore sia più ampia di quella contenuta del Codice penale. Perché dal momento in cui la legge dello Stato prende il posto delle regole che scandiscono il tuo agire, il rischio è sentirsi in diritto di fare qualunque cosa la legge ti permetta di fare. Non importa più, se giusta o sbagliata.




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