Novena a S. Teresa di Gesù Bambino - 5° giorno
26 Settembre 2023
“Sono venuta per salvare le anime e soprattutto per pregare per i sacerdoti”
Pregare per i sacerdoti dovrebbe essere una delle intenzioni che maggiormente anima la preghiera di una famiglia. Sappiamo quanto è essenziale il loro ministero tra gli uomini e quanto abbiamo bisogno di sacerdoti santi che vivono il sacerdozio con fedeltà e con gioia. Ma soprattutto è necessario sostenere questi fratelli con una preghiera assidua ma anche con un’amicizia sincera.
Entrando al Carmelo di Lisieux all’età di 15 anni santa Teresa di Gesù Bambino aveva esclamato con grande fiducia: “Sono venuta per salvare le anime e soprattutto per pregare per i sacerdoti”. Quello slancio iniziale non l’ha mai abbandonata e alcuni anni dopo, esattamente nel 1895, Teresa mentre era in lavanderia, molto occupata nel suo lavoro, fu raggiunta da Madre Agnese di Gesù che prendendola in disparte le lesse una lettera. Era di un giovane seminarista, Maurizio Bartolomeo Bellière, della diocesi di Bayeux e aspirante missionario che chiedeva una sorella che si dedicasse alla salvezza della sua anima e l’aiutasse quando sarebbe diventato missionario. Madre Agnese affidò proprio a suor Teresa il giovane.
Quale indicibile gioia per la piccola carmelitana! Nel suo Manoscritto C annota: “Madre mia, dirle la mia felicità sarebbe cosa impossibile. Il mio desiderio soddisfatto in modo insperato…”. Suor Teresa si dedicò con fervore a questa opera ed esercitò nei confronti del seminarista una dolce maternità spirituale. Il primo atto fu comporre una preghiera in cui ringraziava il buon Dio per averle donato questo fratello. Preghiera che Madre Agnese inviò a don Bellière insieme alla lettera per comunicargli di aver accolto la sua richiesta di aiuto spirituale di una sorella carmelitana.
Nella preghiera composta dalla santa c’è tutta la bellezza e la dolcezza della donna, vocata strutturalmente a farsi dono per gli altri: “con gioia ti offro per essa [la santificazione di un’anima chiamata al Sacerdozio] tutte le preghiere e i sacrifici di cui posso disporre”. Teresa sa da subito che quella che le è stata affidata è una vera e propria missione, un lavoro cui dedicarsi attraverso la preghiera e i sacrifici. Un lavoro che continuerà anche dopo la sua morte, tanto che nelle ultime lettere a Maurizio Bellière scriverà: “Non conosco l’avvenire; tuttavia se Gesù realizzerà i miei presentimenti, le prometto di restare anche Lassù la sua piccola sorella. La nostra unione, invece di esser spezzata, diventerà allora più intima, non ci sarà più clausura, non ci saranno più grate e la mia anima potrà volare con lei nelle missioni lontane. I nostri ruoli resteranno gli stessi: a lei le armi apostoliche, a me la preghiera e l’amore…” (LT 220).
Già si vede, novella Giovanna D’Arco, in preghiera nel Carmelo a supplicare Gesù di dare vittoria al fratello che combatte per conquistare a Lui i cuori: “l’anima alla quale ti degni unirmi con i dolci vincoli della carità andrà a combattere nella pianura per conquistarti dei cuori, e io, sulla montagna del Carmelo, ti supplicherò di dargli la vittoria”. Quanta delicatezza nelle parole della piccola santa carmelitana e di quanto amore si sarà ricolmata l’anima del seminarista Bellière leggendole.
Di queste amicizie spirituali, belle, semplici orientate a Dio oggi ne avremmo certamente bisogno. Non possiamo pretendere di dispensare lettere e consigli al pari di Teresa ma possiamo e dobbiamo accompagnare il cammino di quanti si preparano al Sacramento dell’Ordine o di quanti già vivono il sacerdozio sentendo la responsabilità di pregare per loro. Potremmo adottare come famiglia spiritualmente o concretamente (nel senso di sostenerlo negli studi per esempio…) un seminarista, impegnarci a pregare per lui e offrire dei piccoli sacrifici a Dio. I tempi sono cambiati è vero ma il sogno di una Chiesa dove ognuno si prende cura dell’altro e custodisce la vocazione dell’altro è sempre attuale e comporta l’impegno di tutti.
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