AMORE VERO
L’amore vero esiste: dobbiamo “solo” seguire Gesù, il maestro
Da cristiani dobbiamo ricordare che si cela un potenziale san Matteo in ognuno: nessuno è escluso dal miracolo della redenzione. Per questo non va mai giudicato nessuno. Al tempo stesso, però, non possiamo tacere quando chi ci parla di amore ce lo descrive in modo riduttivo. L’amore non è un sentimento, ma una scelta e ha caratteristiche precise: libertà, totalità, fedeltà, fecondità.
In questi giorni, la notizia della separazione di Tiziano Ferro dall’americano Victor ha colpito particolarmente l’opinione pubblica, forse anche perché i due avevano da poco accolto in casa due bambini, annunciando con gioia l’arrivo di quelle due creature che andavano a completare la loro famiglia.
Ogni lacerazione porta con sé dolore, per i grandi e per i piccoli. Il rispetto per le vicende personali deve guidare il lavoro di ogni giornalista, tantopiù deve guidare un giornalista cristiano, che, su invito esplicito di Gesù, non può giudicare mai la persona e il suo cuore.
Ad ogni modo, non è del cantante che vorrei parlare, in questo articolo, né intendo commentare le sue scelte (di cui si è detto molto); bensì mi soffermerò sui commenti (migliaia e migliaia) che la notizia ha generato. Mi concentrerò su due estremi.
Da un lato, c’è chi – anche tra i cristiani – ha offeso e vilipeso il cantante, appellandolo con cattiveria, deridendolo, schernendolo. Dimentichi della misericordia che ogni uomo merita, alcuni si sono letteralmente scagliati contro di lui, affossandolo, mettendolo alla gogna.
Non è difficile rivedere, in questo comportamento, l’episodio del Vangelo in cui i farisei e la folla volevano lapidare la donna adultera, prima che Gesù ricordasse ai presenti come ognuno di loro aveva tanto da farsi perdonare da Dio.
Ieri, giovedì 21 settembre, la Chiesa ha celebrato la festa di San Matteo apostolo. Tanti, a quel tempo, tra gli ebrei – quindi, tra coloro che appartenevano al popolo eletto – appellavano con disprezzo pubblicani come lui, poichè ritenuti peccatori senza speranza.
Da cristiani dobbiamo ricordare che si cela un potenziale san Matteo in ognuno: nessuno è escluso dal miracolo della redenzione. Il peccato esiste. Gli uomini possono fare tanto del male, a sé stessi, ad altri, ad innocenti. La realtà è questa, nessuno può negarlo. Gesù, però, è venuto per salvare, non per condannare. E, se siamo suoi discepoli, questa è la strada da seguire, anche per noi. Non quella del giudizio, quindi, ma dell’annuncio della buona notizia: “Possiamo essere salvati sia io che tu, anche se forse, fino ad ora, ci siamo lasciati ingannare dal nostro egoismo, abbiamo inseguito la ricchezza e non la giustizia; abbiamo fatto parlare gli istinti e non la coscienza; abbiamo ascoltato le nostre fragilità invece di cercare il bene. Sì, esiste salvezza anche per me, anche per te!”.
Cristo non viene ad appesantirci, ma a liberarci. Non giustifica il peccato, ma lo prende su di sé per allontanarlo da noi.
Proviamo a seguire questa via stretta, più difficile del giudizio, ma sicuramente più evangelica.
Leggi anche: “Cosa significa guarire la propria affettività?”: la domanda di una lettrice (puntofamiglia.net)
Dall’altro lato, però, su questo “divorzio arrivato a ciel sereno”, si sono spesi commenti che rivelano come molti non credano, sostanzialmente, nell’amore vero e nell’importanza di una famiglia unita per crescere sereni dei bambini.
Sostenere il cantante in un momento di dolore, garantirgli affetto e preghiera, sono sicuramente gesti che rivelano buon cuore (Gesù invita a fare questo, da buoni samaritani), eppure colpisce che tanti sono proprio disillusi e rassegnati sulla realtà dell’amore.
“L’amore semplicemente inizia e semplicemente finisce”, “Può succedere a tutti”, “Meglio aver vissuto un amore ed essersi lasciati che non essersi mai incontrati”, gli scrivono, come se l’amore potesse contemplare un tempo di scadenza. E come se, alla fine dei conti, una separazione non fosse un dramma, ma una delle tante possibilità.
Ripetiamo: il giudizio sulla persona mai. Eppure, rattrista vedere che ci siamo abituati a vivere noi per primi e a considerare normali per tutti delle relazioni che non contemplino chissà quali aspettative, se non quella di godere quanto si può prima che il sentimento finisca.
L’amore non è un sentimento, l’amore è una scelta e ha delle caratteristiche ben precise (libertà, totalità, fedeltà, fecondità).
Per noi cristiani, l’amore punta all’eternità, inizia qui, ma la sua meta è il Cielo.
Inoltre, non può sfuggire, in nome della carità dovuta a ogni persona, che il primo diritto di un bambino è crescere in un contesto di amore stabile e duraturo, con un papà e una mamma che hanno una stretto una vera alleanza.
Proprio perché la redenzione, la guarigione affettiva e la possibilità di amare come Cristo ama esistono… noi cristiani abbiamo il dovere di esserne annunciatori.
Proprio perché esiste un piano del Creatore sulla famiglia, abbiamo l’obbligo morale di testimoniarlo!
Ad esempio, facciamo di più per parlare ai giovani di discernimento, di vocazione, di nuclei di morte (dinamiche che mangiano come tarli le relazioni e le portano alla morte), parliamo di guarigione affettiva (essenziale per amare in modo sano).
Non possiamo tenere questa luce solo per noi, se l’abbiamo ricevuta.
Un medico – lo ricordava il Vangelo di ieri – non resta in silenzio e indifferente di fronte a una malattia; né passa tutto il tempo a criticare il malato per essersi infettato.
Un medico si rimbocca le maniche e cura! Gesù è il medico dell’amore, Lui solo può insegnarci a donare la nostra vita. Se siamo discepoli, se abbiamo visto guarire da Cristo il nostro cuore, non ci resta che fare come san Matteo: seguirlo e aiutarlo in questa missione perché altri lo incontrino e lo sentano vivo nelle loro relazioni.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento