“Continuo a chiedermi dove ho sbagliato”, papà Paolo è disperato. Si sente colpevole della tragedia che ha travolto la sua famiglia. Non è riuscita a salvare la sua figlioletta Laura di 5 anni dopo che la loro auto è stata colpita dalla metà della Freccia Tricolore ‘Pony 4’ decollata dall’aeroporto di Caselle schiantatasi al fondo della pista nel territorio che ricade nel Comune di San Francesco al Campo nei pressi di Torino.
Stava tornando a casa la famiglia Origliasso, mamma, papà, figlio di 12 anni e Laura di 5 anni. La piccola viaggiava nel suo seggiolino con le cinture di sicurezze. Quelle cinture che papà Paolo in mezzo alle fiamme del veicolo non è riuscito a sganciare. Ha tirato fuori il figlio più grande ma per Laura non c’è stato nulla da fare. Le braccia del papà ustionate testimoniano il disperato tentativo di tirare fuori la sua bambina, di salvarla dalle fiamme che repentinamente si sono sviluppate dopo l’impatto.
Non ha sbagliato nulla, papà Paolo. Lui ha rispettato tutte le regole. I bambini devono viaggiare sui loro sediolini, opportunamente agganciati e con le cinture. Come avrebbe potuto immaginare che quella sicurezza si sarebbe tradotta in una trappola mortale? Sento quasi le domande che furiose invadono il cuore di quest’uomo. Avrebbe certamente voluto morire lui al posto di quella figlia così piccola e così innocente. Sono domande legittime e ci lasciano basiti e senza risposte.
Questo papà che a mani nude tra le fiamme cerca di liberare la sua principessa è un’icona di amore e di sacrificio che non dimenticherò facilmente. Un genitore lotta, fa tutto quello che è in suo potere, sfida la morte per difendere e custodire i propri figli. Per proteggerli da tutto il male. Non sempre ci riesce. Sempre ci prova e ci riprova. Sappiamo però che tutto l’amore non va mai disperso. Laura, piccolo angelo, ora dal Paradiso custodisci la tua famiglia.
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