TERREMOTO IN MAROCCO
Terremoto in Marocco: arrivano gli aiuti internazionali
Sul web iniziano a circolare immagini e storie del terremoto in Marocco. Tra i volti c’è Amazigh, bambino di circa dieci anni. Nel crollo ha perso mamma, nonna e due fratellini. Queste catastrofi ci invitano alla solidarietà, nonché a meditare sul mistero della morte e della Resurrezione. Accompagniamo con mezzi materiali e preghiere le popolazioni colpite…
A partire dallo scorso 10 settembre, il Marocco è stato colpito da una serie di scosse di terremoto che hanno provocato oltre 2.100 vittime accertate; altrettanti sarebbero i feriti. Si continua a scavare, mentre arrivano i primi soccorsi internazionali. Una sfida contro il tempo, per trovare altri sopravvissuti.
I villaggi montagnosi dell’Alto Atlante sarebbero stati i più colpiti dal sisma: è qui che si sono registrate la metà delle vittime. Paura anche nel centro popolosissimo di Marrakech, a una settantina di chilometri dall’epicentro del sisma. Consistenti i danni al patrimonio artistico della Medina. Crepe e crolli in vari punti dei bastioni del XII secolo, presenti sulla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.
Stando ai rapporti della Croce Rossa Internazionale, le popolazioni colpite necessitano di tutto: acqua, cibo, medicinali, sacche di sangue per i feriti.
Leggi anche: Terremoto in Siria e Turchia: “Dio, aiutami, faccio fatica a credere nel tuo amore” (puntofamiglia.net)
Sul posto sono giunte una squadra di soccorritori e unità cinofile dalla Spagna: uno dei quattro paesi, insieme a Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, di cui Rabat ha al momento si è offerto di aiutare nelle operazioni.
Intanto sul web iniziano a circolare le immagini e le storie strazianti di questa catastrofe. Tra i volti del disastro c’è Amazigh, un bambino di circa dieci anni. Ha la parte sinistra del volto ancora ricoperta di sangue. A causa dei crolli, ha perso la mamma, la nonna e due fratellini. Gli sono rimasti solo il padre, il nonno e lo zio.
Il ragazzino è spaesato, il suo racconto è straziante. Un dolore atroce che ci invita a pregare per lui e per tutti coloro che in pochi istanti hanno perso gli affetti più cari.
La distruzione di case e edifici possa essere vinta dalla solidarietà e dalla voglia di ricostruire; la morte, invece, può essere sconfitta solo dalla potenza della Resurrezione, che Cristo vuole per tutta l’umanità.
Preghiamo, allora, prima di tutto, che i sopravvissuti – sconvolti e senza speranza, come questo bambino – possano risorgere nel cuore.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento