6 Settembre 2023

La madre vera

C’è una celebre pagina della Bibbia, tratta dal Primo Libro dei Re (3,16-28) di solito commentata per far emergere l’importanza del discernimento e del senso di giustizia. È definita infatti la pagina del giudizio di Salomone. Trovo che sia molto interessante per scrutare invece una caratteristica principale della maternità e cioè essere disposti a sacrificarsi per un figlio affinché egli possa vivere. Un amore che è viscerale e che comincia fin dal grembo materno.

Nel racconto, due donne, definite «prostitute» si presentano davanti al re Salomone e reclamano la maternità di un neonato. Entrambi vivevano nella stessa casa e danno alla luce un figlio a distanza di tre giorni l’una dall’altra. Accade che uno dei due bambini muore ed esse si presentano davanti al re affermando di essere entrambi la madre legittima del neonato. La prima donna narra le circostanze del fatto e denuncia poi la sua rivale come responsabile della morte di suo figlio e della sostituzione del neonato. La seconda donna contesta la spiegazione dei fatti fornita dalla prima rivendicando che il bambino vivo le appartiene.

Salomone sa che una delle due donne mente, ma non riesce a comprendere quale delle due. A questo punto il re dà fa entrare una spada e dà un ordine paradossale, quello di tagliare il bambino vivo e assegnarne una metà a ciascuna. Di fronte alla morte del figlio, la madre vera interviene. Dice il brano biblico: «La donna il cui figlio era vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per suo figlio, e disse: “Perdona, mio signore! Date a lei il bimbo vivo; non dovete farlo morire!”. L’altra disse: “Non sia né mio né tuo; tagliate!”».

La vera madre che fino a quel momento aveva utilizzato il linguaggio della bramosia e del possesso cambia registro: davanti alla possibilità della morte del figlio è disposta a perderlo purché viva. Rinuncia ad averlo con sé perché sa che questo è l’unico modo per donargli vita. Al contrario dell’altra che pur di non rinunciare al figlio è disposta ad accettare la sua morte.

L’identità di una madre, della madre, è quella del dono. Una madre fin dal concepimento sa che la sua missione è quella di dare vita al figlio. Non è una sua proprietà, ella ha il compito di custodire quell’esistenza perché trovi compimento in una vita piena. La stessa esperienza dolorosa del parto insegna questa grande verità: una madre al tempo opportuno sa che deve vivere le doglie del parto e “gettare fuori” quel figlio da sé senza trattenerlo perché quello è l’unico modo perché quel figlio continui a vivere.

Abbiamo annacquato questa verità con substrati culturali e legislativi. Illudendo la donna che del frutto del suo grembo può “decidere” ciò che vuole. Ma non è così. E quelle viscere che si muovono a compassione della donna del racconto di Salomone suggerendole di lasciar andare il figlio purché viva, sono il segno eloquente che la maternità è fin dal concepimento un’esperienza di cura e abbandono, affidamento ma privazione, presenza ma assenza. Ridare spazio a questa capacità fuori e dentro di noi certamente potrebbe ridare un volto più umano a questa società mortifera e possessiva.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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