Matrimonio Dialogo nel matrimonio: dare un nome alle emozioni e parlare di come stiamo Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 31 Agosto 2023 Nessun commento su Dialogo nel matrimonio: dare un nome alle emozioni e parlare di come stiamo di Francesco Arnaldi Qualche giorno fa mia moglie mi ha chiesto come stessi. Ho risposto: “Bene!”; ma lei mi ha chiesto: “Cosa vuol dire bene? Sei contento, sereno, in pace? Sei emozionato? Soddisfatto per qualcosa che è successo? Sei felice per qualcosa che dovrà accadere nei giorni a venire?”. Grazie a lei sto imparando l’importanza di dare un nome alle emozioni e di comunicarci come stiamo davvero. Comunicare è importante, ma, come in ogni cosa, non “nasciamo imparati”. Spesso pensiamo che comunicare i nostri pensieri sia semplice, se solo lo vogliamo. Magari siamo tipi silenziosi, poco propensi alla condivisione, ma traiamo conforto nel sapere che, se volessimo, potremmo farlo senza problemi. E che il giorno che ci andrà di condividere qualcosa dovremmo solo aprire la bocca e magicamente il nostro flusso di pensieri si trasformerà in suoni che esprimeranno perfettamente quello che abbiamo in testa. Purtroppo, non funziona così. Mia moglie, che è ormai diventata un’esperta in questo tipo di problematiche, me l’ha fatto capire l’altro giorno con un esperimento. Mi ha chiesto come stessi. E di essere il più sincero possibile. Dopo qualche secondo, non ho potuto far altro che rispondere: “Bene!”. Dal mio punto di vista era una risposta più che esaustiva. Invece lei mi ha chiesto di essere più preciso. Ha iniziato a farmi domande specifiche: “Cosa vuol dire bene? Sei contento, sereno, in pace? Sei emozionato? Soddisfatto per qualcosa che è successo? Sei felice per qualcosa che dovrà accadere nei giorni a venire? E una volta risposto a questo, una volta capito cosa vuol dire davvero il tuo “bene”, come ti senti a riguardo?”. In quel momento il mio cervello è entrato in modalità risparmio energetico, come quando usi troppo il telefono e lui si spegne da solo per evitare un sovraccarico. Credo che, se mia moglie avesse potuto guardare dentro la mia testa, avrebbe visto la rotellina che gira come quando i video su YouTube si bloccano perché non c’è abbastanza connessione internet. Perché la verità è che non è semplice analizzare sé stessi. Non è facile verbalizzare le cose, non è facile dare un nome a ciò che sentiamo dentro, e che spesso resta in strati profondi della nostra mente. Leggi anche: “I tuoi figli impareranno ad amare guardando come ami la loro mamma”: un papà racconta… (puntofamiglia.net) Ci vuole allenamento, per queste cose. Uno deve abituarsi a fare questo tipo di lavoro, e i coniugi in questo possono essere personal trainer l’uno dell’altra. Definire con parole chiare e precise le nostre sensazioni ci permette di fare chiarezza in noi stessi sui motivi e sulle origini, di tali sensazioni. Se vogliamo diventare santi, conoscere noi stessi è un elemento imprescindibile. E con il matrimonio, Dio ci ha donato una persona posta lì accanto a noi proprio per aiutarci in questo compito. Comunicare non è un favore che facciamo all’altro. Comunicare è un favore che facciamo a noi stessi, per mettere ordine nella nostra mente e nella nostra vita. Questo vale anche per la vita spirituale. Vi capita mai di non aver voglia di pregare? Vi capita mai che anche solo dire un rosario o andare a Messa sia uno sforzo incredibile? A me sì. Bene, verbalizzatelo! Dite al vostro coniuge di questa vostra difficoltà, e poi provate a spiegarle perché. Il più delle volte, non ne sarete in grado. Vi renderete conto che le vostre sensazioni sembra quasi che vengano dal nulla, dal di fuori di voi. Come se non fossero vostre, come se fossero loro a possedere voi. E allora parlate, parlate, parlate. Perché parlando riuscirete a distinguere le tentazioni e le suggestioni, riuscirete a scovare i motivi profondi di cosa sentite. È come quando a scuola studiavamo fisica o filosofia: non potevi essere certo di sapere un argomento, finché non riuscivi a spiegarlo a un tuo compagno che ancora non lo aveva capito. Quando riuscivi a spiegarlo a qualcuno – quando insomma riuscivi a verbalizzarlo – allora possedevi il concetto. Altrimenti, erano solo sensazioni superficiali che però non eri ancora riuscito a interiorizzare bene.Fidatevi del vostro coniuge. Ditegli tutto, come state, se state bene, se state male, e provate a dirgli perché. Scoprirete che la giungla dei vostri pensieri è molto meno intricata di quanto pensavate, e che la persona che avete accanto Dio l’ha messa lì per un motivo: aiutarvi a essere, ogni giorno, sempre più voi stessi. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag amore coniugale, COMUNICARE, COMUNICAZIONE DI COPPIA, dialogo, emozioni, ESPRIMERSI, matrimonio cristiano, sacramento del matrimonio, VERBALIZZARE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? Quando vi donate davvero l’uno all’altra! Coinvolgere i figli nel bene: la nostra esperienza come famiglia in Caritas Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!