“Non si può lasciare uno come don Patriciello a combattere da solo”: ha ragione la mamma di Fortuna Loffredo uccisa a sei anni nel Parlo Verde di Caivano perché si era ribellata all’ennesima violenza sessuale. La sua bambina fu scaraventata giù dall’ottavo piano del palazzo da Raimondo Caputo, all’epoca compagno della madre, che da tempo abusava della bambina. Per quel delitto l’uomo è stato condannato in via definitiva all’ergastolo. La situazione da allora non è migliorata.
In questi giorni la notizia atroce dell’ennesima violenza. Uno stupro di gruppo ripetuto ai danni di due cuginette di 11 e 12 anni in quello stesso luogo. Si parla di dieci ragazzini tutti minorenni. Uno solo è maggiorenne. La denuncia è scattata dopo che il fratello diciassettenne di una di loro ha ricevuto un messaggio tramite i social in cui veniva sollecitato a fare attenzione alla sorella. Da lì l’allarme lanciato ai genitori, la denuncia e il trasferimento per le due bambine in una casa-famiglia per evitare ritorsioni da parte dei coetanei accusati di aver abusato di loro. Secondo la ricostruzione che i media fanno dei fatti, le due ragazzine venivano avvicinate appena scendevano di casa. Poche parole di circostanza spiccicate in dialetto: «Andiamo a farci un giro». Era il segnale, da quel momento le due cugine capivano che sarebbero nuovamente finite in un’autorimessa abbandonata, nei pressi della piscina abbandonata. Il luogo nel quale la loro innocenza era finita chissà quanto tempo prima.
Non voglio sminuire le responsabilità né l’orrore della violenza. Ma quei piccoli carnefici sono anche loro delle vittime. Vogliamo rendercene conto? Crescere in quell’ambiente degradato, lasciati a giocare tra quelle mura fatiscenti dove c’è lo spaccio, la prostituzione e la violenza non è semplice. Non è una giustificazione ma lo stato dei fatti è questo. Le istituzioni dove sono? E gli insegnanti? Questi ragazzi andranno a scuola dell’obbligo o no? Se i genitori non si accorgono di nulla, possibile che neanche gli insegnanti sono attenti?
C’è un solo uomo a presidiare il bene per tutti ed è padre Maurizio Patriciello. La sua fedeltà, la sua costanza, la sua azione concreta è ammirevole. C’è tanta brava gente anche al Parco Verde. Padre Maurizio si batte per tutti. Buoni o cattivi. Lui è lì per annunciare la forza dell’amore. E non ha paura. Questo è il post che ha scritto domenica scorsa ai suoi parrocchiani: “Forza! Coraggio! È domenica anche per noi. È domenica anche al Parco Verde. Portiamo all’ Altare il nostro dolore, il nostro sconcerto, la nostra angoscia. Adulti, facciamo gli adulti. Assumiamoci le nostre responsabilità. Aiutiamo i bambini a crescere. Lentamente. Serenamente. Dolcemente. Nessuno approfitti della debolezza dell’altro. Della sua tenera età. Delle sue fragilità. Gesù risorto ci doni la grazia di non arrenderci. Di non smarrire la speranza. Un abbraccio a tutti. Dio vi benedica. Padre Maurizio Patriciello”.
Dio benedica te, padre Maurizio e il tuo instancabile amore per Dio e per l’uomo.
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