SANTI E BEATI
Prima Guerra Mondiale: quei santi che sono stati luce nelle tenebre
di Emanuela Molaschi
In ogni epoca, in ogni situazione, anche la più drammatica, il Signore manda i suoi discepoli, per essere sale della terra, lievito e luce del mondo. Anche durante le Guerre più brutali ed atroci abbiamo esempi di vita luminosi, che ci ricordano l’amore, la presenza, la bontà di Dio
Mi sono sempre chiesta chi fossero stati quei cattolici, santi o beati, ma anche Servi di Dio e laici non canonizzati che avevano vissuto durante una Guerra Mondiale e il ruolo da loro svolto in quel periodo. Non avevo molte informazioni.
Un giorno, ho digitato sul web: “La Seconda Guerra Mondiale”, ma Google mi ha offerto un lungo approfondimento sulla prima.
Ho scoperto molte cose interessanti, cose che sui libri di scuola, di solito, non trovi. Ho potuto scoprire come non solo il Papa, ma anche tutti i cattolici, si erano ribellati in massa all’idea di andare in guerra. Non solo componenti del clero, ma anche molti laici non erano d’accordo. Purtroppo, però, sono stati arruolati e si sono ritrovati a fare i soldati. Lo stesso è accaduto a dei consacrati.
La guerra ha cambiato molti di loro: sono diventati credenti ancora più ferventi. Alcuni hanno deciso di dedicare totalmente la vita a Dio. Altri hanno permesso al Signore di consolare le anime afflitte di chi era costretto a stare al fronte.
Non immaginavo che Cadorna, ad esempio, fosse così devoto da accettare di buon grado diverse richieste, tra cui quella di riaprire la posizione di Cappellano Militare.
Questa carica era stata abolita nell’Ottocento, ma il beato Pirro Scavizzi, figlio di un alto funzionario governativo, lo ha convinto a ricollocare quella mansione.
Sono stati venticinquemila i sacerdoti arruolati. Da questi è stato estratto il “corpo” composto da duemilaquattrocento Cappellani Militari comandati da un “ordinario castrense”, ovvero un vescovo inquadrato col grado di generale. Non pochi tra i preti-soldato hanno ricevuto decorazioni al valor militare.
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Tra i cattolici, laici o consacrati, saliti agli onori degli altari, contrari alla guerra, ma costretti a parteciparvi, vi sono stati: Papa Benedetto XV, che ha definito la guerra una “inutile strage”; l’imperatore, ora Beato, Carlo I, unico capo di governo cattolico con potere temporale e non religioso; San Riccardo Pampuri, al secolo tenente Erminio; Servo di Dio Vincenzo Lojali, egli ha fatto cantare “Tu scendi dalle stelle” in trincea la notte di Natale del 1916; Beato Daniel Brottier, già missionario in Africa, poi fondatore de l’Union National des Combattants de France; Giulio Facibeni, finito il conflitto ha fondato l’Opera Madonnina del Grappa per gli orfani di guerra; Servo di Dio Giovanni Semeria (barnabita) è stato il primo a proporsi come Cappellano Volontario, a conflitto finito, ha fondato l’Opera del Mezzogiorno d’Italia per gli orfani dei caduti mentre, durante la guerra, assieme al Servo di Dio Agostino Gemelli ha promosso la consacrazione dei soldati al Sacro Cuore; San Giovanni XXIII che, dopo essere stato sergente di fanteria, è diventato cappellano nell’ospedale militare di Bergamo.
Anche San Pio da Petralcina era stato chiamato a combattere, ma dopo aver visto le sue condizioni di salute in campo, è stato congedato dal ruolo di infermiere, troppo pesante per il suo fisico.
In ogni epoca, in ogni situazione, anche la più drammatica, il Signore manda i suoi discepoli, per essere sale della terra, lievito, luce del mondo.
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