30 Giugno 2023
Gay Pride, vittime gli stessi bambini che intendono tutelare
Da Torino a Catania l’onda Pride ha attraversato l’Italia nel fine settimana scorso. Nel nostro Paese manifestare è un diritto. Non mi risulta però che è lecito farlo a danno di qualcuno. A mio avviso almeno una categoria tra tutte è sottoposta al delirio di questi eventi. Sono i bambini. Quegli stessi che la comunità LGBT dice di difendere.
A Milano un trenino carico di figli di coppie omogenitoriali apre la parata del Pride. «Orfani di Stato», la scritta che campeggia sul vagone centrale del convoglio carico di genitori e bambini con palloncini e magliette fucsia. Intanto ci sarebbe da discutere su chi rende “orfani” queste povere creature. Non di certo lo Stato, né il governo ha comprato questi bambini al mercato dell’utero in affitto contro una legge precisa e soprattutto a favore dei piccoli. Ma poi far sfilare questi bambini sotto gli occhi di tutti, quale grande mostruosità. Come animali da circo. I bambini non sono cose da ostentare, soprattutto per difendere presunti diritti di adulti. Nessuno si ribella di fronte a questo? Nessuno dice: lasciateli fuori dalle vostre beghe, a casa, a giocare? Nessuno si scandalizza di questa strumentalizzazione?
Anzi gli organizzatori incalzano. Nel Documento politico del Pride 2023 scrivono: “Il Pride è parte di un processo di rivoluzione sessuale e sentimentale per tutti e tutte. Si tratta di un percorso di libera affermazione di sé che punta alla libertà e al rispetto di ogni espressione sessuo-affettiva. La comunità LGBTQIAK+ ne è da sempre consapevole, fin dai primi Pride quando bambinə arcobaleno ante litteram sfilavano accanto a dyke in pelle e motocicletta e a leather men con maschere antigas e fruste. Rivendichiamo pertanto anche la K di comportamenti e orientamenti kinky. Perché la sessualità è rivoluzionaria ogni volta che è vissuta con consapevolezza e rispetto del consenso di tutte le parti coinvolte”. Cosa significa persone coinvolte? Anche bambini consenzienti?
A Toronto in Canada, in questi stessi giorni, hanno sfilato maschi completamente nudi tra i bambini con cartelli che dicevano: «La vita è breve: gioca nudo» e «le cose belle accadono quando sei nudo». Non sono queste violenze a danno di questi piccoli? Nessuno si scandalizza di questa depravazione? Tutto normale? Chi osa parlare contro è sottoposto alla gogna mediatica.
Smascherare questo piano ideologico che passa attraverso i cartoni della Walt Disney, i parchi divertimento a Cinecittà, i giochi a chiaro orientamento educativo su quel fronte, è il compito di chi ha ancora un po’ di sale in zucca e ha a cuore la crescita di questi bambini e la loro serenità.
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