INFERTILITÀ NEL MATRIMONIO
Infertilità nel matrimonio: come accompagnare gli sposi? La parola a Simona e Andrea
Come affrontare l’infertilità nel matrimonio? Come rispondere, in questo caso, alle promesse matrimoniali di “accogliere i figli che Dio vorrà donare?”. Oggi la preziosa testimonianza di Simona Arcidiacono e Andrea Marcellino (del progetto Abramo e Sara). Questi sposi hanno impiegato del tempo per accettare e comprendere che l’infertilità, affidata a Dio, si trasforma in un “centuplo di fecondità”.
Cari Simona e Andrea, cominciamo da voi: chi siete, come vi siete conosciuti?
Siamo sposati da sette anni, ma ci conosciamo da venti. Come ci siamo conosciuti? Frequentavamo gli stessi posti e avevamo amicizie in comune. Andrea era un animatore AC della sua parrocchia di residenza, che era frequentata dalla maggior parte dei miei compagni di classe, tranne me, che non ne volevo sapere di frequentare un oratorio, anche perché ho sempre frequentato istituti privati, quindi, ero abbastanza satura di ambienti religiosi anche per il dopo scuola! Si può tranquillamente dire che Andrea è stato colui che mi ha ricondotta in chiesa tramite il matrimonio.
Ho letto molto su di voi, sul vostro impegno con le coppie e sul vostro vissuto; però se qualcuno non vi conoscesse, potreste dirci come mai avete a cuore il problema dell’infertilità nel matrimonio?
Rispondiamo alla domanda che ci stai ponendo, cara Cecilia, dicendoti che l’infertilità è stata proprio il mezzo che Dio ha utilizzato per tracciare la sua pro-vocazione all’interno del nostro matrimonio. Semplicemente, abbiamo attraversato noi stessi il girone dantesco del limbo della sofferenza del non avere figli biologici.
Posso chiedere come ne siete usciti?
Indubbiamente, grazie al sostegno umano e spirituale della nostra guida spirituale: don Francesco Pelusi, che ha attraversato con noi il tunnel della nostra sofferenza, così come siamo stati aiutati da don Giacomo Pavanello, che ha plasmato la rabbia che inevitabilmente si prova.
Nomi e cognomi, dei volti concreti: è proprio vero che l’amore di Dio passa attraverso i fratelli…
Noi ci siamo sposati scegliendo il passo del Vangelo di Giovanni che si conclude proprio con “e che la vostra gioia sia piena”. Si può dire che Dio aveva seminato per noi già una traccia da seguire, che ci ha condotto ad incontralo attraverso i suoi sacerdoti. Abbiamo trovato conforto anche nelle parole dei testi di don Epicoco e don Rocco Malatacca. Noi abbiamo avuto la grazia di incontrarli, perché senza la donazione del loro tempo gratuito, come coppia di sposi non saremmo qui.
Leggi anche: Gli sposi sanno che “fare l’amore è un atto liturgico”? Intervistando Antonio e Luisa (puntofamiglia.net)
Quindi da soli non si può… Volete dire questo?
Trovare una buona assistenza non è facile. Molte coppie devono girare l’Italia per trovare delle semplici parole di conforto per un dolore che non è mai compreso fino in fondo. Noi abbiamo impiegato del tempo per accettare e comprendere che l’infertilità, se affidata a Dio, può trasformarsi in un centuplo di fecondità. Per le coppie di sposi senza figli è pesante vivere la realtà parrocchiale, perché ovunque si pone il proprio sguardo si è circondati da famiglie numerose o coppie che tornano dal viaggio di nozze già in dolce attesa. Vi è poca empatia verso il dolore altrui. Vi è poca attenzione agli occhi di chi si ha davanti. Noi ci siamo passati ed è per questo che insieme al nostro padre spirituale una sera d’estate è nato il progetto Abramo e Sara.
In cosa consiste il progetto?
Nel sedersi accanto ed accogliere il dolore che provano le coppie, sostenerle, specialmente nella fase più acuta, perché – ahinoi – può succedere anche di partorire e non portare tuo figlio tra le braccia a casa. Spesso e volentieri questa è una tematica che non viene minimamente accennata ai corsi prematrimoniali. Quindi ci dedichiamo a curare la sofferenza delle famiglie come la parabola del buon samaritano insegna, per poi vedere rinascere i germogli della semina con gli occhi e il cuore della speranza della parabola del seminatore.
Come fate, concretamente?
Ad esempio, abbiamo creato dei gemellaggi tra le coppie senza figli e le realtà dei gruppi giovanili. I ragazzi hanno bisogno di coppie che siano loro guide nel cammino della vita; di un nido dove potersi riparare nelle tempeste della vita. Così come le coppie hanno bisogno di vedere e toccare con mano la promessa matrimoniale “Accoglierete i figli che il signore vorrà donarvi”.
Il problema è che si dà per scontato che i figli siano generati da noi.
So che avete scritto un libro…
Sì, abbiamo scritto un libro su questa tematica, che uscirà a breve con la casa editrice Tau. Nel frattempo, chi ci legge sul blog matrimonio cristiano.org di Antonio e Luisa ci potrà ascoltare nel nostro programma che andrà in onda su Radio Maria ogni primo lunedì del mese. Per noi che abbiamo scelto di dedicarci e vivere in questa avventura di Abramo e Sara.
L’essenza del matrimonio in due parole?
Per noi, l’essenza del matrimonio si riassume così: pro-vocazione e missione.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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